Come evitare pregiudizi e biases nella Ricerca Qualitativa
Vedi le altre parti dell’articolo su “La ricerca qualitativa” e i biases dei ricercatori di Carmen Cini
Questa volta passiamo in rassegna alcuni fenomeni che possono verificarsi nella Ricerca Qualitativa, in particolar modo, nelle “interviste in profondità” e che, prevenendoli farebbero evitare dei pregiudizi da parte dei partecipanti (soggetti sottoposti al test).
Vediamo i principali e più frequenti!
Assuefazione/abituazione
È bene che il ricercatore/intervistatore si assicuri che domande diverse siano formulate in modo diverso e che le domande siano coinvolgenti per tutta la durata del colloquio. I moderatori devono mantenere il coinvolgimento colloquiale e continuare a variare la formulazione della domanda per ridurre al minimo l’assuefazione. Ad esempio, il ricorso all’utilizzo di tecniche proiettive o domande indirette che trattano argomenti socialmente sensibili può tornare utile anche per mantenere un ritmo dinamico oltre che per ottenere risposte interessanti e spesso inconsuete.
Acquiescienza
Inquadrare le domande aperte serve ad evitare che il partecipante sia semplicemente d’accordo o in disaccordo e a guidarlo a fornire una risposta veritiera e onesta. Se le risposte non sembrano vere, è meglio porre la domanda in modi diversi. In alternativa, utilizzare domande dirette che consentano al partecipante di scegliere tra una gamma di scelte potenziali, piuttosto che una scelta “Sì” o “No”. Per evitarlo, i ricercatori devono sostituire le domande che implicano che c’è una risposta giusta con quelli che si concentrano sul vero punto di vista del rispondente.
Desiderabilità sociale
Ancora una volta, è fondamentale formulare le domande in un modo che consenta al partecipante di sentirsi accettato, indipendentemente dalla risposta. E’ possibile anche optare per domande indirette che chiedono cosa farebbe una terza parte in una situazione particolare. Ciò potrebbe consentire al partecipante di proiettare i propri sentimenti sugli altri fornendo risposte accurate, veritiere e più rappresentative. I ricercatori possono ridurre al minimo questo pregiudizio concentrandosi su un’attitudine imprescindibile, quello della “considerazione positiva incondizionata”. Ciò può implicare anche l’inclusione di domande formulate per mostrare che va bene rispondere in un modo che non sia socialmente desiderabile. Le domande indirette – chiedendo cosa pensa, sente e come si comporterà una terza parte – possono essere utilizzate anche per domande socialmente sensibili. Ciò consente agli intervistati di proiettare i propri sentimenti sugli altri e fornire, comunque, risposte oneste e rappresentative.
Dello sponsor
È importante per i ricercatori mantenere la neutralità per non influenzare le risposte dei partecipanti. Quindi, non dovrebbero essere forniti dettagli sugli sponsor come il logo dell’azienda o fornire il proprio ruolo o l’obiettivo dello studio. In sostanza, è assolutamente raccomandabile non rivelare il nome dello sponsor. Mantenere gli studi ciechi il più a lungo possibile nella ricerca qualitativa diventa indispensabile. Questo perché è un tipo di pregiudizio particolarmente importante per i moderatori che deve far loro mantenere una posizione neutrale, limitando il loro rinforzo al feedback positivo del rispondente che può essere interpretato come un’affiliazione del moderatore al marchio e reiterando, quando possibile, lo stato indipendente del moderatore. Se la chiarezza è importante nella ricerca qualitativa perché aiuta i partecipanti a capire cosa viene loro chiesto, è anche vero che, alcuni dettagli come i nomi degli sponsor o i loghi non dovrebbero essere rivelati perché potrebbero influenzare le risposte degli intervistati.
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