EFFETTO PLACEBO:
origini, definizione, applicazioni
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… Osservò che gli stessi pazienti ottenevano uguale beneficio sia trattati con bastoncini di metallo che di legno. Questo è stato il primo esperimento nella storia che ha mostrato il potere dell’effetto placebo.
Giacobbe
Il termine “placebo” deriva dalla traduzione biblica della parola latina “placeo” che significa “io piaccio/piacerò”. Le parole “placebo” e “nocebo”, quest’ultimo essendo derivato dal primo, hanno una lunga storia interessante. Lontano dalle ultime definizioni, sorte nella terminologia medica, entrambe le parole hanno origine nel gergo religioso e significano rispettivamente “io piacerò” e “io nuocerò”. Nei primi anni del Cristianesimo, i monaci pregavano per i defunti membri delle loro comunità, così il nono versetto del Salmo 116 dall’ebraico Bibbia, recitava “Placebo Domino in regione vivorum”, tradotto come “Piacerò a Dio nella regione/terra dei vivi”. Per ironia della sorte, la traduzione di questo versetto era errata, in quanto la sua versione originale, prima di essere tradotta dall’ebraico, era: “Camminerò con Dio nella terra dei vivi”. Questo costituì il primo errore nell’usare il termine “placebo”. Nell’inglese medievale, la parola “placebo” aveva significati piuttosto non specifici, basti pensare al suo uso come un sostantivo che suggerisce “servilità” o anche nel termine “canzoni placebo”. Queste ultime erano canzoni eseguite da persone in lutto, professionisti pagati per assistere ai funerali dei defunti con familiari insufficienti. La parola “placebo” è tuttavia apparsa per la prima volta in un contesto medico nel 1772 durante le lezioni di William Cullen, un professore di medicina. E più tardi, nell’edizione del 1785 del New Medical Dictionary di George Motherby, si definisce “placebo”: “un metodo o una medicina banale”.
Nonostante ciò, una spiegazione adeguata non è stata fornita fino al 1811, fino a quando la parola è apparsa nel Hooper’s Medical Dictionary in questo modo: “un epiteto dato a una medicina adatta più a compiacere che a giovare il paziente”. Ci sono voluti secoli dal suo uso iniziale affinché la parola fosse ufficialmente conosciuta secondo il suo significato attuale. Si sa, comunque, quanto i placebo siano stati utilizzati fin dall’antichità e quanto potrebbero essere stati significativi nel migliorare la salute e la qualità della vita quando si sapeva ancora poco sull’eziologia della maggior parte delle malattie. In effetti, la maggior parte dei risultati pare fosse probabilmente dovuta a un “effetto placebo” poiché i trattamenti disponibili non erano dimostrati. Ad esempio, l’uso di olio di serpente e salasso era una pratica comune del passato. Pertanto, coloro i quali avevano risposto positivamente a quei trattamenti, con molta probabilità potrebbero averlo fatto a causa di questo cosiddetto “effetto placebo”. L’emergere di studi clinici controllati con placebo negli anni ’40 reintrodusse l’effetto placebo fino ai giorni nostri. Il classico articolo, “The Powerful Placebo” di Henry Beecher, pubblicato nel 1955, evidenziò l’effetto placebo sottolineando la necessità di tenerne conto per valutare correttamente l’efficacia di una modalità di trattamento. Sia la ricerca che le impostazioni cliniche utilizzano infatti l’”effetto placebo”, quale cardine della sperimentazione clinica finalizzata a convalidare un farmaco o una strategia terapeutica.
Tradizionalmente, l’effetto placebo era considerato una variabile di disturbo da controllare; tuttavia, alla luce di alcune notevoli ricerche, che hanno dimostrato il suo potenziale per modulare i risultati del trattamento negli ultimi decenni, c’è stato un forte interesse nello studio di questo fenomeno. Per tali motivi, l’effetto placebo (PE) è attualmente conosciuto quale intervento medico fittizio o simulato che può portare a un dato risultato come un miglioramento delle condizioni cliniche. In altre parole, l’effetto placebo è un fenomeno affascinante che quindi si verifica quando un intervento medico fittizio provoca un miglioramento delle condizioni di un paziente a causa dei fattori associati alla percezione dell’intervento da parte del paziente. Esempi di interventi con placebo includono pillole di zucchero, iniezioni di soluzione salina e rituali terapeutici. I placebo sono stati somministrati con successo per migliorare il benessere fisico e le prestazioni sportive, il benessere emotivo e sociale (ad es. fiducia a livello interpersonale. Pertanto, la ricerca mostra che non esiste un singolo effetto placebo, ma molti, come spiega in modo esaustivo Fabrizio Benedetti nei suoi numerosi saggi dedicati al fenomeno. Tuttavia, gli effetti placebo non si limitano agli interventi inerti tant’è che anche trattamenti di comprovata efficacia possono generare un effetto placebo.
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