La resistenza richiede grandi sacrifici: il che spiega anche perché la maggior parte delle persone scelga la costrizione. Ernst Jünger
Ricordiamo una delle figure più complesse e contraddittorie della letteratura tedesca del XX secolo: lo scrittore e filosofo Ernst Jünger
Ernst Jünger nasce il 29 marzo 1895 a Heidelberg. Nel 1913 si unisce alla Legione straniera francese, ma suo padre lo fa riportare in Germania. Nel 1914 si offre volontario nell’esercito tedesco allo scoppio della Prima Guerra Mondiale e presta servizio come ufficiale sul fronte occidentale durante il conflitto. Come soldato, Jünger, si distingue per il suo coraggio: rimane ferito almeno sette volte e nel 1918 gli viene conferita la medaglia Pour le Mérite, la più alta onorificenza militare tedesca. Dopo la guerra nel 1920 pubblica “In Stahlgewittern”, un romanzo in forma di diario che contiene vividi ricordi della sua vita in trincea e delle sue esperienze in combattimento come comandante di compagnia. Con una voce spassionata e concreta, Jünger descrive l’eroismo e la sofferenza mostrati da lui stesso e dai suoi commilitoni nei brutali combattimenti sul fronte occidentale. “In Stahlgewittern” riscuote un successo di critica e pubblico in Germania e in altri paesi. Due anni dopo pubblicato “Der Kampf als inneres Erlebnis”.
Dopo essere stato congedato dall’esercito nel 1923, Jünger studia zoologia e botanica presso le università di Lipsia e Napoli. Nel 1925 pubblica ulteriori ricordi e riflessioni sulle sue esperienze di guerra in “Das Wäldchen” e “Feuer und Blut”. Nonostante il suo militarismo, la sua preferenza per il governo autoritario e i suoi ideali nazionalisti radicali, Jünger resiste alle offerte di amicizia di Adolf Hitler alla fine degli anni ’20 e rifiuta di unirsi al movimento nazista anche dopo la salita al potere in Germania nel 1933. In effetti, durante la cancelleria di Hitler, scrive un’audace allegoria sulla barbara devastazione di una terra pacifica nel romanzo “Auf den Marmorklippen” (1939), che, sorprendentemente, supera la censura e viene pubblicata in Germania. Jünger presta servizio come ufficiale di stato maggiore dell’esercito a Parigi durante la Seconda Guerra Mondiale, ma nel 1943 si rivolge decisamente contro il totalitarismo nazista e il suo obiettivo di conquista del mondo, cambiamento manifestato in “Der Friede” (scritto nel 1943, pub. 1948). Jünger viene licenziato dall’esercito nel 1944 dopo essere stato indirettamente implicato con altri ufficiali che avevano complottato per uccidere Hitler. Pochi mesi dopo, suo figlio muore in combattimento in Italia dopo essere stato condannato a un battaglione penale per motivi politici.
I romanzi del dopoguerra di Jünger includono “Heliopolis” (1949) e “Gläserne Bienen” (1957), una storia inquietante di un ex soldato senza lavoro in un mondo ipermeccanico, simboleggiato da api artificiali e marionette. Dopo il 1950 Jünger vive in un isolamento autoimposto nella Germania occidentale, pur continuando a pubblicare romanzi, saggi cupi e introspettivi su vari argomenti. In tali libri successivi come “Aladins Problem” (1983), tende a condannare gli atteggiamenti militaristici che avevano portato alla disastrosa partecipazione della Germania alle guerre mondiali. Le “Sämtliche Werke” di Jünger vengono pubblicate in 18 volumi dal 1978 al 1983. Romanziere e saggista tedesco, ardente militarista, Ernst Jünger muore a Wilflingen nella sua terra natia il 16 febbraio 1998.
In cover: Ernst Jünger. L’immagine è stata adattata, l’originale si trova qui: commons.wikimedia.org
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