OGGI ricordiamo François Simonet de COULMIER, Abate, Psicoterapeuta e Politico francese, Direttore progressista del manicomio di Charenton

OGGI ricordiamo François Simonet de COULMIER, Abate, Psicoterapeuta e Politico francese, Direttore progressista del manicomio di Charenton

Il suo autentico tentativo di promuovere un ambiente sano a Charenton può essere considerato un primo modello ambizioso per le moderne istituzioni psichiatriche…
 

[…] giochi innocenti, concerti, balli, commedie in cui i ruoli erano ricoperti da malati […] Queste occupazioni li tenevano attivi, allontanavano le idee malinconiche, fonte troppo comune del delirio. […] Questo trattamento morale testimonia l’influenza delle arti sulla morale oltre che sul fisico […]
François Simonet de Coulmier

François Simonet de Coulmier nasce il 29 settembre 1741 a Digione, figlio maggiore di Jacques Simonnet d’Escolmiers, economo generale di Francia e di Marie-Anne Rougeot. Entra negli ordini nel 1764 e diviene canonico tra i premostratensi di Chambre-Fontaine e sacerdote-priore di Congis-sur-Thérouanne (Senna e Marna). Per le sue qualità di amministratore, diviene abate di Notre-Dame d’Abbécourt (Orgeval, Yvelines) nel 1783. Deputato del clero negli Stati Generali del 1789, primo sostenitore della riunione dei tre ordini, è un membro attivo dell’Assemblea Costituente, prestando servizio in quattro comitati. Accetta la vendita dei beni del Clero e presta giuramento alla Costituzione Civile del Clero. Nel 1793 è preoccupato per l’emigrazione di una nipote; nel 1794 suo fratello, ex generale contadino, viene giustiziato.

François Simonet Coulmier è nominato come 1° Vendémiaire anno VI (22 settembre 1799) direttore generale dell’ospizio di Charenton, il principale ospedale per pazzi del paese. Viene eletto, per il dipartimento della Senna, al Corpo Legislativo dove siede, nel gruppo dei moderati, dal 1799 al 1803. Eccellente amministratore, sviluppa notevolmente l’ospizio dove applica il “trattamento morale” di Pinel in cui lo strumento terapeutico è il dialogo con il paziente, attraverso la parola e ogni tipo di forma artistica, compreso il teatro, importante a Charenton dopo l’internamento del marchese de Sade il 27 aprile 1803.

La gestione del manicomio viene fatta in armonia con il primario Gastaldy che muore nel 1805 e è sostituito da Royer-Collard. Ciò richiede il controllo dei registri dei pazienti (il che poteva costituire una minaccia per gli internati politici) e la modifica dei metodi di trattamento. Coulmiers viene sottoposto ad un’indagine sulla sua gestione al termine della quale è licenziato dall’incarico il 30 maggio 1814. Muore il 4 giugno 1818 a Parigi.

Il suo passato rivoluzionario e la lite perduta contro Royer-Collard hanno dato origine a un’oscura leggenda su di lui (vedi Biografia universale di Michaud, 1836) sulla quale ritornano gli storici contemporanei. François Simonet de Coulmier, altrimenti noto come l’Abbé de Coulmier (1741-1818), ebbe il contorto onore di curare Donatien Alphonse François de Sade, altrimenti noto come il Marchese de Sade (1740-1814).

Sebbene la Rivoluzione fosse finita, c’era un Terrore speciale nascosto tra le mura dei manicomi “lunatici”. I metodi psicoterapeutici di Coulmier furono rivoluzionari per la Francia napoleonica. Fu spesso criticato per i suoi metodi di trattamento eccessivamente liberali, poiché favoriva il diritto dei pazienti di esprimersi tramite l’arte e scoraggiava le abitudini più primitive di costrizione fisica e punizione dei pazienti mentali dell’epoca. La sua amministrazione semi-illuminata di Charenton preoccupava l’establishment medico francese, che si opponeva a Coulmier perché non era un medico. Non credeva in molte delle pratiche di trattamento che oggigiorno sono definite brutali, tra cui rinchiudere i pazienti in una gabbia di vimini, fare uso di camicie di forza e usare bagni di terrore. I pazienti erano trattati più come animali che come esseri umani e raramente veniva loro offerta l’opportunità di riformarsi. Coulmier sovvertì questo regime standard valorizzando l’espressione creativa e l’individualità. Incoraggiava i suoi pazienti a occuparsi di arti e forniva loro i materiali di cui avevano bisogno per incanalare le loro energie inutilizzate in qualcosa di costruttivo. Secondo i principi del “trattamento morale” difesi da Coulmier, curare la follia consiste nell’agire sull’ambiente e sull’ambiente del paziente: incoraggiare le passeggiate e le relazioni umane, occupare e intrattenere il malato migliorando le sue condizioni di vita deve partecipare al lavoro terapeutico offerto all’ospedale di Charenton.

Il suo autentico tentativo di promuovere un ambiente sano a Charenton può essere considerato un primo modello ambizioso per le moderne istituzioni psichiatriche.

In cover: François Simonet de Coulmier.
L’immagine è stata adattata, l’originale si trova qui

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