Il 23 giugno 1868 venne brevettata la macchina da scrivere Sholes e Glidden la prima del suo genere ad avere successo commerciale
Il 23 giugno 1868, il direttore del quotidiano americano Christopher Latham Sholes ottenne il brevetto per una macchina da scrivere. Altri sostengono di aver inventato la macchina, ma si ritiene che Sholes abbia prodotto il primo modello di successo commerciale.
Non si trattava certo di un’idea originale. Già nel 1714, la regina Anna di Gran Bretagna annunciò a nome di Henry Mill, un ingegnere nato nel 1683, che la regina aveva concesso un brevetto per una macchina per scrivere. L’avviso di brevetto recitava: Il nostro fedele e amato Henry Mill, gentiluomo, con la sua petizione ci ha umilmente dichiarato di aver inventato e perfezionato, con grande studio, fatica e spesa, una macchina o un metodo artificiale per imprimere o trascrivere lettere, una dopo l’altra, come nella scrittura, mediante il quale qualsiasi scritto può essere impresso su carta o pergamena in modo così netto ed esatto da non essere distinto dalla stampa; che detta macchina o metodo può essere di grande utilità nei regolamenti e nei registri pubblici, l’impressione essendo più profonda e duratura di qualsiasi altra scrittura, e non può essere cancellata o contraffatta senza una scoperta manifesta.
Nessuno sa che aspetto avesse o come funzionasse l’apparecchio, e sono stati registrati brevetti per macchine che potevano essere scambiate per macchine da scrivere. Ma il merito della prima versione moderna va a Christopher Sholes, che viveva a Milwaukee, nel Wisconsin. Il problema con la sua prima macchina era che la tastiera era disposta in ordine alfabetico, proprio come chiunque si aspetterebbe. Ma, man mano che gli operatori imparavano a digitare velocemente, si scoprì che i bracci metallici che reggevano ogni carattere spesso si impigliavano.
Sholes studiò il problema con il suo collega Amos Densmore e capì quali lettere venivano usate più spesso. Poi le posizionarono il più lontano possibile su una nuova tastiera, riducendo il rischio di collisione tra le braccia perché provenivano da direzioni opposte. Nacque così la tastiera “Qwerty”, ancora oggi in uso. Sholes era felicissimo della sua macchina da scrivere “Qwerty” e la descrisse come “una benedizione per l’umanità”. Ciononostante, cercò consigli e pareri di esperti e all’inizio del 1873 contattò gli ingegneri della Remington, che, oltre alle armi da fuoco, produceva macchine da cucire e attrezzi agricoli.
La Remington ne fu molto colpita e si offrì di acquistare il brevetto dai soci. Sholes accettò e prese 12.000 dollari per la sua metà. Il più astuto Densmore, tuttavia, non volle vendere a meno che l’azienda non accettasse di pagargli delle royalty. Si stima che queste alla fine valessero 1,5 milioni di dollari per l’astuto socio. Grazie a Sholes e Densmore, la Remington iniziò a produrre macchine da scrivere solo pochi mesi dopo. Uno dei loro primi clienti fu Samuel Clemens, meglio conosciuto come Mark Twain. “Le avventure di Tom Sawyer”, una delle opere di maggior successo di Twain, pubblicata nel 1876, è ampiamente ritenuto il primo romanzo scritto a macchina.
L’immagine utilizzata per la cover è stata modificata, il file originale si trova qui: www.onthisday.com
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