Thomas Carlyle e le sue conferenze pubbliche su "L'eroe come divinità"

Il 5 maggio 1840 Thomas Carlyle inizia la sua famosa serie di conferenze pubbliche su “L’eroe come divinità”

5 maggio 1840: Carlyle inizia le sue celebri conferenze su “L’eroe come divinità”. Analisi della “teoria del Grande Uomo” in un’era di cambiamenti. Sincerità e grandezza d’animo come tratti chiave dell’eroe. Riflessioni sulla leadership storica…
 

Il 5 maggio 1840 Thomas Carlyle inizia la sua famosa serie di conferenze pubbliche su “L’eroe come divinità”

“Degli eroi, del culto degli eroi e dell’eroico nella storia” è la ricostruzione letteraria di Carlyle di una serie di sei conferenze pubbliche, tenute tra il 5 e il 22 maggio 1840, che rappresentarono il culmine del suo esperimento quadriennale come conferenziere. Considerando la sua diffidenza verso l’ipocrisia, la sua fobia di matrice puritana per la “gongolante vanagloria” della popolarità, che temeva e riteneva rovinosa, e il suo radicato sospetto che l’oratoria fosse intrinsecamente insincera, è forse sorprendente che si sia avventurato sul palco pubblico. In realtà, tuttavia, tra il 1837 e il 1840 fece delle escursioni annuali sul podio pubblico.

Ma per comprendere la “teoria del Grande Uomo” di Carlyle, dobbiamo prima capire cosa intendesse per “grande” o “eroico”. In una società sempre più caratterizzata dall’industrializzazione e dal consumismo, Carlyle andò alla ricerca di un leader nella storia che fosse in grado di entrare in contatto con il significato universale della vita. Secondo lui, leader di questo tipo avevano cessato di esistere ai suoi tempi (ad eccezione del suo modello personale, Goethe), ma il passato ne offriva molti esempi. Per esercitare una vera influenza, il leader ideale doveva essere venerato come qualcuno di superiore alla gente comune, ovvero come un eroe.

Carlyle distingue sei tipi di eroi, che devono tutti possedere la qualità cruciale della sincerità: la Divinità (con Odino, il dio norreno, come esempio principale), il Profeta (Maometto), il Poeta (Dante e Shakespeare), il Sacerdote (Lutero, Knox), l’Uomo di Lettere (idealmente Goethe, ma come esempi concreti cita Samuel Johnson, Rousseau e Robert Burns) e il Re (Oliver Cromwell, Napoleone). Per Carlyle, “tutti i tipi di Eroi sono intrinsecamente della stessa materia”, devono avere “una Grande anima, aperta al Significato Divino della Vita”. [A noi questo può sembrare un po’ bizzarro, ma Carlyle afferma che la leadership (eroica) scaturisce principalmente da una grandezza spirituale, una grandezza d’animo. Le circostanze esterne cambiano, le comunità si disgregano, ma le persone sono in grado di connettersi tra loro riconoscendo la reciproca genuinità o ingegnosità. Queste qualità si manifestano in modo simile in tutti gli uomini, in ogni epoca.

L’immagine utilizzata per la cover utilizza un ritratto di Thomas Carlyle realizzato da Jules Maurice Gaspard, immagine di pubblico dominio, il file originale utilizzato si trova qui: commons.wikimedia.org

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