Il sistema concettuale – introduzione parte 1
Nella nostra trattazione circa la creazione del mondo quotidiano, quello che abbiamo imparato a definire, seguendo le orme di Platone, Τοπος, siamo giunti a descrivere una concordanza fra il processo di naturalizzazione, quel processo che ci permette di semplificare e quindi di ambientarci nel mondo circostanze, con alcuni meccanismi del funzionamento mentale e psichico, in maniera particolare riguardo alle eustiche decisionali. In maniera schematica possiamo condensare questo ragionamento riproponendo uno schema già presentato:
La naturalizzazione:
- É un atteggiamento naturale perché si fonda su meccanismo di funzionamento psicologico
- É da ascrivere in tutti quei processi automatici che fanno parte dell’inconscio cognitivo
- In quanto processo automatico non richiede la consapevolezza (si accetta così come è in quanto già-dato)
- In quanto processo automatico è rapido, avviene senza sforzo
- Permette di risparmiare energie quindi funzionale per il mantenimento dell’essere umano in quanto essere biologico
Le euristiche sono:
- naturali in quanto fanno parte del nostro sistema cognitivo
- processi automatici dell’inconscio cognitivo
- in quanto processo automatico non richiede consapevolezza
- in quanto processo automatico è veloce, avviene senza sforzo
- permettono di risparmiare energie cognitive
Nel famoso scritto Risposta alla domanda: Che cosa è l’illuminismo? che Immanuel Kant pubblicò nel 1784, l’Illuminismo viene definito come «l’uscita dell’uomo da uno stato di Unmündigkeit (Minorità) che egli deve imputare a se stesso“, una uscita da interpretare in chiave etico-esistenziale. Secondo il filosofo tedesco infatti la possibilità di emancipazione dipende solamente dagli individui stessi e dalla loro volontà di “pensare con la propria testa“. La proposta kantiana, vista in ottica contemporanea, sembra peccare di estremo ottimismo e di ingenuità. Abbiamo visto che i meccanismi di accettazione del mondo così come è, in maniera critica e in-condizionata dipende proprio da meccanismi di funzionamento mentale. Diventa cogente quindi indagare proprio quel sostrato cognitivo che sta alla base dei processi precedentemente trattati. Per prima cosa quindi dovremo analizzare quello che viene definito il pensiero formale. Per formale si intende quel tipo di pensiero che procede attraverso degli schemi precostituiti che eludono da qualsiasi riferimento agli aspetti materiali o sostanziali della realtà. La logica formale, nata con Aristotele e con il pensiero degli stoici Zenone e Crisippo, intende costruire un linguaggio composto da segni e formule (proposizioni) tale da eliminare qualsiasi errore di incomprensione del linguaggio parlato o naturale.
LA SINTASSI DEL CALCOLO PROPOSIZIONALE
Il calcolo proposizionale è un linguaggio formale che descrive come combinare proposizione mediante operatori ( o connettivi). Ha una sintassi che definisce formule ben formate (l’insieme delle proposizioni che fanno parte di quel linguaggio) e una semantica che associa a ogni formula valori di verità.
La sintassi del calcolo proposizionale è semplice e ricorsiva e il suo alfabeto di compone di
- Simboli o letterali (p; q)
- Connettivi: ˄ (And) ˅ (Or) → (Se…allora) ↔ (Se e solo se) ≠ (Xor) ¬ (non)
- Parentesi per chiarire a quali argomenti si applica un determinato connettivo
LA SEMANTICA DEL CALCOLO PROPOSIZIONALE
La semantica del calcolo proposizionale associa a ogni proposizione un valore di verità in funzione del valore di verità dei suoi costituenti. Il modo più semplice per definire il significato che vogliamo attribuire ai connettivi consiste nell’uso delle tavole di verità [Wittegenstein 1922]; in ogni tavola vengono illustrate tutte le possibili combinazioni dei valori attribuiti a ciascuna proposizione.
A | B | ¬ A | A ˄ B | A ˅ B | A ≠ B | A → B | A ↔ B |
V | V | V | V | F | V | V | |
V | V | F | F | V | V | F | F |
F | F | V | F | V | V | V | F |
F | F | F | F | F | V | V |
LE INFERENZE VALIDE NEL CALCOLO PROPOSIZIONALE
Le inferenze valide sono quelle in cui una conclusione è necessaria alla luce della verità delle premesse. Lo studio di tali inferenze ha una tradizione molto antica: si basa infatti sul pensiero dei filosofi stoici in particolare Zenone di Chio e Crisippo di Soli, che chiamavano tale parte della logica, Ragionamenti anapodittici. Le due principali sono: il modus ponens e il modus tollens
Il modus ponens
Premessa 1: se p allora q Premessa 2: ma p Conclusione: allora q
Osservando la tavola di verità nel connettivo “se …. allora” si ha:
p q p → q V V V V F F F V V F F V
Solo la prima riga della tavola soddisfa le premesse da qui necessariamente la conclusione è valida
Il modus tollens
Premessa 1: se p allora q Premessa 2: ma ¬ q Conclusione: allora ¬ p
Perché, guardando la tavola di verità del connettivo “se ..allora” l’unica riga che soddisfa la validità della proposizione è la quarta
Molto più interessanti sono gli schemi condizionali invalidi che sono accettati o prodotti dagli esseri umani ma che non sono supportati logicamente in quanto producono una conclusione possibile ma non necessaria ponendo, di fatto, una frattura profonda fra la logica pura e il ragionamento reale. Si tratta dell’affermazione del conseguente (o sillogismo abduttivo di Pierce) e della negazione dell’antecedente
Affermazione del conseguente
Premessa 1: se p allora q Premessa 2: ma q Conclusione: allora p
Secondo la tavola di verità (osservando la prima e la terza riga) p potrebbe essere sia V che F per avere una conclusione Vera. Da un punto di vista puramente logico la conclusione dovrebbe essere: nulla ne consegue
p q p → q V V V V F F F V V F F V
Negazione dell’antecedente: nota anche come forma della promessa
Premessa 1: se p allora q Premessa 2: ma ¬ p Conclusione: allora ¬ q
usata in sillogismi quali: Se fai questo lavoro, ti pagherò; non ha fatto questo lavoro allora non ti pago. Anche in questo caso la conclusione logica sarebbe: nulla ne consegue perché sia la terza che la quarta riga possono portare alla medesima conclusione. In questo caso il ragionamento viene ritenuto corretto, a livello empirico, perché a livello cognitivo si trasforma il connettivo “se …allora” nel connettivo “se e solo se”. Quali sono i processi coinvolti nel ragionamento deduttivo spontaneo, in caso sia di inferenze valide che invalide? Nella prossima parte analizzeremo due tentativi di spiegazione: l’approccio sintattico o teoria della logica mentale, e l’approccio semantico o teoria dei modelli mentali.
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