In questo periodo dell’anno 1282 avvenne la cosiddetta “Guerra dei Vespri Siciliani”, ovvero “quando le campane suonarono per la libertà!”
Nel corso della storia vari gruppi di persone sono stati oppressi, vittime e maltrattati. In questo giorno uno di questi gruppi decise che ne avevano avuto abbastanza e in una brutale rivolta conosciuta come la Guerra dei Vespri si rivoltò contro i loro oppressori. Il risultato fu un conflitto durato 20 anni e uno spostamento degli equilibri di potere che andò avanti per 400 anni.
Il re francese Carlo I invase l’isola italiana di Sicilia nel 1266 e, tramite la conquista, divenne il re di Sicilia. I francesi imposero un governo ferreo con tasse elevate e la popolazione siciliana fu costantemente insultata e trattata duramente dai soldati francesi. Il lunedì di Pasquetta del 1282, i cittadini del capoluogo palermitano si accalcarono per i vespri nella chiesa di Santo Spirito, quando, si racconta, una donna siciliana fu trascinata via dalla folla da un soldato francese presumibilmente perquisito per sospetto possesso di armi.
Secondo lo studioso, storico e statista italiano Leonardo Bruni (1370 – 1444) i francesi usavano il pretesto della ricerca di armi per accarezzare il seno delle donne siciliane. Ciò, riferito Bruni, dette inizio a una rivolta. I francesi furono attaccati prima con le pietre, poi con le armi e furono tutti uccisi. La notizia si diffuse in altre città provocando una rivolta in tutta la Sicilia. Bruni aggiunse: “Quando la rabbia furiosa per la loro insolenza si fu saziata di sangue, i francesi avevano già consegnato ai siciliani non solo le loro ricchezze illecite, ma anche le loro vite”. Un resoconto più dettagliato e leggermente diverso giunse dal rispettato storico e autore del XX secolo Steven Runciman. Scrisse che i siciliani in chiesa erano impegnati in festeggiamenti e un gruppo di funzionari francesi si unì a loro e iniziò a bere. Un sergente di nome Drouet trascinò via dalla folla una giovane donna sposata, tormentandola con le sue avances. Il marito attaccò quindi Drouet con un coltello, uccidendolo.
Quando gli altri francesi tentarono di vendicare il loro compagno, la folla siciliana si scagliò su di loro, uccidendoli tutti. In quel momento tutte le campane delle chiese di Palermo cominciarono a suonare per i vespri. Runciman descrisse l’atmosfera della notte: “Al suono delle campane i messaggeri attraversavano la città invocando gli uomini di Palermo perché si ribellassero all’oppressore. Immediatamente le strade si riempirono di uomini armati e arrabbiati, che gridavano ‘Morte ai francesi’.” (…) “Ogni francese che incontravano veniva abbattuto. Si riversavano nelle locande frequentate dai francesi e nelle case dove abitavano, senza risparmiare né uomo, né donna, né bambino. Le fanciulle siciliane che avevano sposato francesi morivano con i loro mariti.”(…) “I rivoltosi irruppero nei conventi e tutti i frati stranieri vennero trascinati fuori e gli fu detto di pronunciare la parola “ciciri”, il cui suono la lingua francese non riusciva mai a riprodurre con precisione. Chiunque non superasse il test veniva ucciso.” (…) “La mattina dopo circa duemila uomini e donne francesi giacevano morti e i ribelli avevano il controllo completo della città.”
Re Carlo era furioso. Fu dichiarata guerra e i siciliani, non avendo un esercito proprio, alla fine si rivolsero per chiedere aiuto al re spagnolo noto come Pietro il Grande, o più formalmente come Pietro III, re d’Aragona. Questi accettò di prendere la Sicilia nel suo regno e lanciò una guerra contro i francesi che durò 20 anni. E così iniziarono 400 anni di dominazione spagnola in Sicilia.
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