Karen HORNEY, Psicoanalista neofreudiana tedesco-americana che che mise in discussione alcune teorie di Freud

Karen HORNEY, Psicoanalista neofreudiana tedesco-americana che mise in discussione alcune teorie di Freud

Karen Horney è stata una psicologa neo-freudiana nota per la sua teoria dei bisogni nevrotici, la sua ricerca sulla psicologia femminile e le sue critiche all’enfasi di Freud sul concetto di invidia del pene…
 

La psicoanalisi non è il solo modo di risolvere i conflitti interiori.
La vita stessa rimane ancora
una psicoterapeuta molto efficace.
Karen Horney

Karen Horney è stata una psicologa neo-freudiana nota per la sua teoria dei bisogni nevrotici, la sua ricerca sulla psicologia femminile e le sue critiche all’enfasi di Freud sul concetto di invidia del pene. Oltre a questo, ha dato importanti contributi alle aree dell’autopsicologia e al ruolo che l’autoanalisi e l’auto-aiuto svolgono nella salute mentale.

Karen Clementine Theodore Danielssen (poi da sposata, Horney) nasce nei pressi di Amburgo, in Germania, nel 1885. Da adolescente, soffre del suo primo episodio di depressione, una sfida che affronterà più volte nel corso della sua vita. Nel 1906, Horney riesce a iscriversi alla facoltà di medicina dell’Università di Freiburg, una delle poche facoltà di medicina che ammettevano donne a quel tempo. Da lì si trasferisce all’Università di Gottinga e infine all’Università di Berlino nel 1909, dove Horney sceglie di studiare il campo emergente della psicoanalisi. Mentre frequenta l’università, incontra suo marito, Oskar Horney; si sposano nel 1910 e crescono tre figlie. Horney si laurea all’Università di Berlino nel 1915.

Horney inizia a lavorare con il Berlin Psychoanalytic Institute come analista e insegnante nel 1920. Nel giro di pochi anni, il matrimonio di Horney inizia a incrinarsi, poiché l’attività di Oskar fallisce e la sua salute peggiora. Inoltre, il fratello di Horney muore per un’infezione polmonare. Dopo aver sofferto di uno stato depressivo prolungato, Horney e suo marito si separano nel 1926 e lei si trasferisce negli Stati Uniti nel 1932, accettando l’invito di Franz Alexander a diventare Associate Director del Chicago Institute for Psychoanalysis.

Horney vive a Chicago per due anni prima di trasferirsi a Brooklyn, dove è una docente frequente alla New School for Social Research e un’insegnante al New York Psychoanalytic Institute. È durante questo periodo che incontra Harry Stack Sullivan ed Erich Fromm e inizia a esplorare le sue teorie sulla personalità e la nevrosi. Le convinzioni di Horney differiscono dalle teorie freudiane tradizionali e questo porterà alla sua espulsione dal New York Psychoanalytic Institute. Nel 1941, in collaborazione con altri dissidenti, fonda l’American Institute for Psychoanalysis e ne è preside fino alla sua morte nel 1952. Fonda anche l’American Journal of Psychoanalysis.

Horney è ampiamente considerata la fondatrice della psichiatria femminile, che si concentra sul trattamento psichiatrico delle donne, e della psicologia femminista, che studia i modi in cui gli squilibri di potere di genere influenzano sia la salute mentale sia lo sviluppo di teorie psicologiche. Ha sostenuto con forza che le differenze tra uomini e donne sono manifeste a causa di differenze nella cultura e nella socializzazione piuttosto che nella biologia.

Horney è forse più nota per la sua critica a Sigmund Freud. Lei e Alfred Adler sono considerati i fondatori del neo-freudianesimo, un allontanamento dall’ortodossia freudiana. Horney era molto critica delle teorie di Freud sullo sviluppo psicosessuale ed era particolarmente turbata dal concetto di invidia del pene. Sosteneva che l’invidia del pene non fosse un complesso psicologico innato, ma piuttosto un prodotto di squilibri di potere di genere. Secondo questa concezione, le donne non invidiano i peni degli uomini; invidiano il loro potere e privilegio. Horney sosteneva inoltre che gli uomini potrebbero essere invidiosi delle donne perché c’è meno pressione sulle donne per ottenere potere. Inoltre, Horney non era d’accordo con l’attenzione di Freud su aggressività, potere e sesso. Sosteneva che il complesso di Edipo avesse poco a che fare con queste pulsioni, ed era invece un prodotto dell’insicurezza nella relazione tra genitore e figlio.

Horney è anche nota per la sua teoria sulla nevrosi. Credeva che la nevrosi non fosse una condizione, ma piuttosto un processo che si verificava nel corso della vita. Sebbene non fosse d’accordo con i suoi contemporanei sulla nevrosi, era d’accordo con loro per quanto riguarda le influenze infantili. Teorizzò la nevrosi di una persona come risultato delle percezioni infantili dei propri genitori. Horney categorizzò dieci bisogni di base che riteneva essenziali per il successo di una persona. Li raggruppò in tre tipi di bisogni: Esigenze di conformità – Bisogni di aggressività – Bisogni di attaccamento.

Forte sostenitrice del ruolo delle influenze ambientali sulla psicologia individuale, Horney considerava il narcisismo non come un tratto della personalità o un disturbo, ma come il risultato di un ambiente precoce. Non credeva che il narcisismo fosse inerente alla condizione umana o alla personalità umana. Sottolineava che i narcisisti spesso soffrono di bassa autostima e che il narcisismo potrebbe essere il prodotto di un’eccessiva indulgenza.

Karen Horney è considerata quindi una pioniera nella teoria della personalità, della psicoanalisi e della “psicologia femminile”. La sua critica di alcune opinioni di Sigmund Freud ha così portato alla fondazione della psicologia femminista.

In cover: Karen Horney.
L’immagine è stata adattata, l’originale si trova qui

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