GLI ATTEGGIAMENTI COME RAPPRESENTAZIONI SOCIALI
La realtà per l’individuo è in gran misura
determinata da ciò che è socialmente accettato
come realtà
K. Lewin
Nelle parti precedenti abbiamo analizzato cosa sono gli atteggiamenti intesi come la tendenza psicologica che viene espressa (attraverso una valutazione) una particolare entità in maniera favorevole o sfavorevole e come questi possano essere assimilati agli schemi cognitivi come mattoni costituenti di quel “mondo del quotidiano” che stiamo via via affrontando sia dal punto di vista filosofico che psicologico.
Tuttavia il mondo del quotidiano ha anche e necessariamente una connotazione sociale poiché è il mondo condiviso nel quale possiamo incontrarci, scontrarci, comunicare, intenderci e comprenderci con le altre persone. In questa parte, attraverso il concetto di rappresentazione sociale dello psicologo franco-rumeno Serge Moscovici, verrà analizzato come gli atteggiamenti individuali possano avere una estensione nella sfera sociale.
Tale concetto psicologico ha degli antecedenti nella sociologia di Emile Durkheim che parlava di rappresentazioni collettive. Secondo il sociologo francese le persone che condividono uno stesso ambito sociale e culturale attribuiscono senso alla realtà che vivono attraverso la costruzione di significati condivisi, le rappresentazioni collettive intese come entità esistenti e immutabili che ricorrono nella società e di cui non è possibile studiare la struttura e la dinamica interna.
Moscovici definisce le rappresentazioni sociali come “una serie di concetti, asserti e spiegazioni che nascono nella vita di tutti i giorni, nel corso delle comunicazioni interpersonali. Esse sono, nella nostra società, l’equivalente dei miti e delle credenze nelle società tradizionali; possono essere addirittura considerate la versione contemporanea del senso comune [Moscovici, La psychanalyse, son image et son public, 1961, Paris, Puf, p. 262].
In altri termini le rappresentazioni sociali sono come sistemi cognitivi, con una loro logica e un loro linguaggio, attraverso i quali i membri di una comunità sono capaci di costruire una realtà sociale condivisa.
Le rappresentazioni si formano attraverso due processi: l’ancoraggio e l’oggettivazione.
L’ancoraggio è un processo che consente di trasferire qualcosa di estraneo da uno spazio esterno al nostro sistema di categorie e di porlo a confronto con il paradigma di una categoria già conosciuta che ci sembra si avvicini maggiormente. È il processo che ci permette di assimilare l’ignoto al noto, al già conosciuto, il nuovo al vecchio. In questo senso vi è una assoluta similarità con il pensiero per mezzo di analogie che abbiamo analizzato nelle sezioni dedicate alla psicologia cognitiva. I meccanismi di pensiero che si attivano a livello individuale operano anche a livello sociale. Questo sottolinea ancora di più come i meccanismi che sottostanno alla creazione del mondo del quotidiano sono gli stessi che sottostanno alla creazione del mondo condiviso.
L’ancoraggio permette di integrare cognitivamente un oggetto nel sistema di pensiero preesistente, categorizzandolo per mezzo degli schemi cognitivi già noti (che sono per noi dei Τοποι) per “agganciare” oggetti sconosciuti e non familiari a categorie concettuali conosciute e familiari, in base al suo grado di somiglianza con un prototipo, esattamente come la funzione dei cue validity nella teoria dei prototipi di E. Rosch.
L’oggettivazione consiste nello scoprire l’aspetto iconico di una categoria. Le persone costruiscono un nucleo figurativo che concretizza l’oggetto anche attraverso metafore e immagini (come, ad esempio, scrivere la legge fisica E=mc² rappresenta il concetto della relatività)
Quali sono le funzioni delle rappresentazioni sociali?
- Convenzionalizzazione ovvero, come abbiamo appena visto, rendere familiare ciò che è estraneo per mezzo dell’ancoraggio
- Favorire gli scambi interpersonali e sociali in quanto contribuiscono a creare una realtà condivisa
- Prescrittiva: vengono imposte in quanto preesistenti alla persona e tramandate di generazione in generazione. Contribuiscono a creare un contesto sociale, una cultura, miti, tradizioni, riti, cerimonie.
- Normativa e creazione dell’identità sociale dei gruppi. Nella misura in cui le rappresentazioni vengono condivise dai gruppi, fungono anche come strumenti di affermazione simbolica di identità e appartenenza.
Willem Doise (della scuola di Ginevra) rivisita e sviluppa la teoria di Moscovici attraverso un approccio denominato “genetico”. Secondo tale approccio le rappresentazioni regolano il funzionamento del sistema cognitivo delle persone in accordo con un metasistema normativo della mente che si rifà alle norme e ai rapporti sociali vigenti nel valutare i prodotti del sistema cognitivo stesso (scelte, valutazioni, atteggiamenti). Si deve perciò considerare la relazione tra l’attore (persona o gruppo) e il campo di relazioni sociali in cui è inserito.
Un’ulteriore rivisitazione è per opera di Ivana Markova che prende il nome di “approccio dialogico” che introduce il concetto di epistemologia dialogica secondo la quale le persone rielaborano i messaggi culturali secondo le proprie dimensioni esperienziali: gli attori sociali co-costruiscono le cognizioni e le informazioni congiuntamente nell’ambito di un sistema relazionale. Le rappresentazioni sociali consisto in un processo dialogico di ricostruzione e creazione di realtà e significati sociali relativi a fenomeni che attirano l’attenzione di gruppi e collettività differenti. L’apporto dell’approccio dialogico si esprime nel concetto di themata che indica un insieme di concezioni generali, di idee radicate nella memoria collettiva di un gruppo, con cui gli attori sociali ricostruiscono la realtà. I themata possono coincidere con massime, credenze, valori, categorie, definizioni sociali attraverso i quali avviene la funzione di ancoraggio, ovvero di modellamento delle nuove informazioni su quelle già esistenti. A partire da uno o più themata rilevanti per la cultura nella quale circolano, vengono elaborate le rappresentazioni sociali.
Nella prossima parte verranno trattate le conseguenze che possiamo trarre dall’assimilazione tra schemi-atteggiamenti-rappresentazioni sociali.
Immagine di copertina: Modello base di Midjourney 5
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