GLI ATTEGGIAMENTI – parte 1
Nella nostra vita quotidiana esprimiamo continuamente giudizi valutativi intorno a eventi, oggetti, persone. Le valutazioni nei confronti dei diversi elementi del mondo sociale prendono nome di atteggiamenti che non solo avvengono in maniera esplicita, ma, per la maggior parte delle volte, in maniera implicita e non ragionata.
È importante ragionare intorno agli atteggiamenti per vedere in quale misura essi possano essere dei predittori del comportamento e di come questo sia influenzato dagli schemi cognitivi che sono stati introdotti nelle parti precedenti.
In psicologia sociale si definisce l’atteggiamento come la tendenza psicologica che viene espressa (attraverso una valutazione) una particolare entità in maniera favorevole o sfavorevole e include al suo interno tre componenti: 1. cognitiva (la credenza verso l’oggetto), 2. comportamentale, 3. affettiva.
Rispondono a un nostro bisogno automatico di valutazione e, secondo l’approccio funzionalista di B. Smith e D.Katz, hanno quattro funzioni principali: 1. conoscitiva (permettono di strutturare un mondo che abbia senso); 2. espressiva dei valori (consentono di rinforzare la propria identità attraverso l’espressione di valori che riteniamo importanti); 3. ego difensiva; 4. Adattamento sociale (attraverso la condivisione per il riconoscimento sociale).
Si assume che queste reazioni valutative si leghino, nella mente attraverso la MLT, all’oggetto dell’atteggiamento, formando dei legami relativamente stabili. Abbiamo visto come si formi un concetto a livello cognitivo per mezzo o di una definizione (attraverso un procedimento deduttivo se l’oggetto in questione è di tipo logico-matematico) o di un prototipo (attraverso un procedimento abduttivo e probabilistico se l’oggetto in questione appartiene agli enti empirici). Tuttavia, nessun concetto ha una natura meramente cognitiva, ma contempla, in una misura maggiore o minore, un aspetto valutativo e affettivo. A livello linguistico questo si manifesta nella differenza fra significato connotativo e significato denotativo. Per significato denotativo si intende il significato letterale di una parola. Ad esempio, quando pronuncio la parola “casa”, secondo la teoria strutturalista, lego una sequenza di foni e lettere, una immagine mentale. In questo caso si intende “luogo per abitare”. Tuttavia, a questo significato si sovrappone quello connotativo, ovvero la valenza emotiva connaturata alle parole. La parola casa non è un termine neutro, ma porta con sé un universo di ricordi, sensazioni, emozioni. Allo stesso modo gli atteggiamenti presentano una struttura che contempla tutti aspetti cognitivi e affettivi legati a un determinato fattore sociale (persona, oggetto, evento) e che prende nome di disponibilità. La disponibilità in memoria non corrisponde però alla accessibilità ovvero all’effettivo utilizzo in un determinato momento di un elemento disponibile. L’accessibilità è influenzata da fattori situazionali o salienza (richiesta della situazione, procedure di priming etc.) e da fattori individuali (struttura cognitiva della persona).
Un’altra distinzione importante è fra la struttura intra-attitudinale ovvero le relazioni fra i vari elementi che compongono un atteggiamento e la struttura inter-attitudinale ovvero le relazioni di un atteggiamento con altri atteggiamenti e con altri elementi all’interno della mente di una persona.
In questo senso possiamo affermare che si comportano come schemi mentali poiché guidano in modo selettivo l’esposizione e l’attenzione a nuove informazioni e in tal modo distorcono la percezione e influenzano i processi di memorizzazione e di ricordo.
Attraverso il concetto di atteggiamento possiamo indagare come gli schemi e tutto il bagaglio del nostro inconscio cognitivo agisca in atto per la costruzione di quel mondo quotidiano e condiviso che abbiamo definito Τοπος.
Abbiamo visto che gran parte del nostro comportamento è automatico e che questi automatismi hanno una funzione adattativa al mondo esterno. Nei comportamenti abituali, infatti, le intenzioni consce non vengono quasi mai attivate.
Come sosteneva il filosofo Alfred Whitehead la civilizzazione procede con l’aumento del numero di operazioni che possiamo agire senza pensare.
Attraverso gli strumenti offerti dalla psicologia sociale nei prossimi articoli verranno sviluppati tre argomenti principali: quale è il valore predittivo degli atteggiamenti per il comportamento, come si formano e come questi diventano condivisi da gruppi sociali.
Immagine di copertina: Modello base di Midjourney 6
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