Il sistema concettuale e la categorizzazione – parte 3
La categorizzazione è il più basico dei processi inferenziali che si appoggia, per il loro operare sul sistema concettuale. È il processo attraverso il quale riportiamo abduttivamente (se ci avvaliamo di somiglianze) o deduttivamente (se ci avvaliamo di regole) uno stimolo ambientale a un concetto, riconoscendolo come esemplare della categoria corrispondente, anche se non abbiamo mai esperito prima quello specifico esemplare.
Ha un duplice obiettivo: 1. Funzione di semplificazione e riconoscimento ovvero semplificare le informazioni di ingresso, riconoscendo pattern complessi di stimolazione come esempi di concetti noti; 2. Funzione inferenziale o di generalizzazione ovvero arricchire quegli esemplari generalizzando alcune proprietà del concetto a cui appartengono.
La funzione di riconoscimento può procedere in due modi: per applicazione di regole o per stime di somiglianza. Quando il concetto è rappresentato da regole, possiamo usarle deduttivamente per riconoscere singoli esemplari applicando, ad esempio, il modus ponens. Nel caso del concetto [triangolo]: se la somma degli angoli interni è 180°, allora è un triangolo; ma la somma degli angoli interni è 180° quindi è un triangolo.
La categorizzazione per somiglianze interviene quando i concetti sono rappresentati da prototipi o da insiemi di esemplari. Il ragionamento è di tipo abduttivo e si avvale di regole probabilistiche di tipo baynesiano.
Come avviene concretamente la categorizzazione?
Il processo prende avvio da stimoli percettivi. Ad esempio vedo una “cosa” che si muove, ha 4 zampe, ha la coda, abbaia. Tali informazioni vengono rapportate al sistema concettuale, il nostro bagaglio di conoscenze apprese, contenute nella MLT, tra loro collegate. In questo caso lo stimolo percettivo “richiama” il concetto [animale] con caratteristiche ad esso connesse (si muovono, si riproducono etc.) e con altri concetti ad esso collegati in ordine tassonomico genere-specie [gatto], [cane]. Gli indizi oggetto di percezione hanno una cue validity, una salienza più meno specifica: in questo caso il fatto che la “cosa” vista abbia 4 zampe e la coda ha poca salienza in quanto troppo generica; l’abbaiare invece è un attributo altamente diagnostico in quanto fa ri-conoscere immediatamente quella “cosa” come [Cane]. Benché non abbia mai visto quello specifico esemplare, tuttavia posso includerlo nella categoria a cui appartiene.
Questo processo basato su somiglianze pesato su cue validity sembra correlare piuttosto bene con un giudizio logico di tipo baynesiano, ovvero su una stima di verosimiglianza.
La stima per somiglianze sembra essere la soluzione che l’evoluzione ha fornito al sistema cognitivo per approssimare in modo rapido gli esiti di un giudizio baynesiano.
Ad esempio sentire un ruggito ha una cue validity molto diagnostica che permette di riconoscere quel suono come proveniente da un leone. Il sistema cognitivo non ha bisogno di altri dati percettivi per poterlo classificare come [leone] e agire di conseguenza.
A livello neurofisiologico si può trovare un parallelo nel ruolo dell’amigdala nel processamento delle emozioni di paura e sorpresa così come teorizzato da LeDoux.
L’amigdala è una piccola struttura limbica, a forma di mandorla, situata nella zona antero-mediale del lobo temporale costituita da diversi nuclei che svolgono ruoli funzionali differenti.
LeDoux pone l’amigdala al centro di una via subcorticale di elaborazione delle informazioni, definita via rapida, che dal talamo va direttamente all’amigdala senza passare per la corteccia (la via lenta).
Le afferenze sensoriali ricevute dal talamo sono elaborate dall’amigdala in forma primitiva, unicamente in relazioni alla loro rilevanza emozionale, positiva o negativa, per il benessere dell’individuo. Si potrebbe affermare che l’amigdala valuta senza conoscere, nel senso che classifica in minacciose o vantaggiose le informazioni che riceve, molto prima che queste vengano sottoposte al lento processo di elaborazione cognitiva condotto dalla corteccia.
Possiamo vedere una certa analogia tra il binomio “via rapida – via lenta” con il binomio “pensieri veloci – pensieri lenti” descritto da Daniel Khanman nell’ottica di un modello cognitivo che prevede l’azione di due sistemi di pensiero distinti, il Sistema 1, intuitivo, euristico, basato su processi largamente inconsci, automatico, veloce, che non richiede un utilizzo massiccio di risorse cognitive e il Sistema 2, analitico, riflessivo, potenzialmente razionale, che richiede l’utilizzo di maggiori risorse cognitive e di molteplici modelli (algoritmi).
Il prossimo compito da affrontare è vedere più da vicino come, a livello cognitivo, la categorizzazione, nella sua funzione di semplificazione stia alla base di un processo di generalizzazione e come questo debba essere collegato con il filo conduttore di questi articoli, ovvero ragionare, filosoficamente attraverso gli strumenti della psicologia, intorno alla creazione del mondo quotidiano, inteso come processo di naturalizzazione e che abbiamo definito, seguendo grammatiche platoniche, i Topoi.
Prima di procedere è bene richiamare alla mente cosa sia la naturalizzazione e come questa si colleghi, a livello cognitivo, con il concetto di euristiche
La naturalizzazione:
- É un atteggiamento naturale perché si fonda su meccanismo di funzionamento psicologico
- É da ascrivere in tutti quei processi automatici che fanno parte dell’inconscio cognitivo
- In quanto processo automatico non richiede la consapevolezza (si accetta così come è in quanto già-dato)
- In quanto processo automatico è rapido, avviene senza sforzo
- Permette di risparmiare energie quindi funzionale per il mantenimento dell’essere umano in quanto essere biologico
Le euristiche che fanno parte del Sistema 1 sono:
- naturali in quanto fanno parte del nostro sistema cognitivo
- processi automatici dell’inconscio cognitivo
- in quanto processo automatico non richiede consapevolezza
- in quanto processo automatico è veloce, avviene senza sforzo
- permettono di risparmiare energie cognitive
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