L’Italia celebra la Festa del Lavoro – nota come Festa dei Lavoratori – con un giorno festivo nazionale: quest’oggi, 1° maggio
L’evento, celebrato in più di 80 paesi, si tiene in commemorazione del movimento operaio e delle conquiste sociali ed economiche dei lavoratori. La Festa del Lavoro, momento dell’anno che invita a riflettere sulle conquiste del movimento operaio, è una data importante che non si celebra solo in Italia. Infatti anche in Nord America è una festa ambita, anche se cade il primo lunedì di settembre.
Le celebrazioni del Primo Maggio hanno origine il 20 luglio 1889 a Parigi: inizialmente, i lavoratori volevano uscire in massa per l’introduzione di una giornata lavorativa di 8 ore e migliori condizioni di lavoro. La decisione di scendere in piazza il 1° maggio fu simbolica, perché proprio il 1° maggio 1886, tre anni prima, si era svolta a Chicago una manifestazione di lavoratori, che era stata brutalmente repressa. Nonostante l’organizzazione di manifestazioni di massa (che lasciavano molto a desiderare), nonostante i severi divieti delle autorità italiane, nonostante tutto, tutto si svolse ed andò sorprendentemente bene. Felicissimi dell’esito del caso, gli operai decisero di rendere regolari le marce del 1 maggio e dal 1891 il 1 maggio fu proclamato festa per i lavoratori di tutti i paesi. Alla fine del XIX secolo, il 1 maggio non era più sostenuto per una giornata lavorativa di 8 ore, ma per un miglioramento generale del benessere materiale della classe operaia, che viveva in assoluta povertà, questi erano “movimenti del pane” (motivi per il riquadro). Ai tempi di Mussolini il 1° maggio fu cancellato, anzi spostato al 21 aprile (Natale di Roma), giorno che non diceva nulla agli operai, perché non era più quel giorno storico della ribellione. Ma dopo che la festa era stata ripristinata, probabilmente, non aveva più il significato che aveva prima, sebbene fosse ancora un giorno di riposo ufficiale.
Storicamente, il 1 maggio non è solo una festa. Questa era una festa di combattimento. Inoltre, non si può dire quale delle due componenti abbia prevalso: a volte ha prevalso la ribellione, la protesta, la lotta, a volte – una festa (quando la classe operaia aveva qualcosa da festeggiare). La festa divenne duplice, festa e lotta chiaramente manifestate. La metà dei lavoratori festeggiava nello stile della prima comunione, l’altra metà nello stile delle prime parate operaie, quando vari sindacati del paese tenevano comizi (il lato politico della festa). Se gli italiani non partecipavano alle sfilate, cantavano serenate sotto le finestre dei loro eletti. Inoltre, alla vigilia del 1 maggio, un giovane doveva mettere un ramo verde all’ingresso della casa della sua amata quale forma simbolica di offerta di sposarlo. Se la ragazza era d’accordo, prendeva il ramo; in caso contrario, lo gettava per strada. Le tradizioni del “fiore” del Primo Maggio affondano le loro radici nei giorni dell’antica Roma. I suoi abitanti, che veneravano la dea dei fiori e della flora primaverile, organizzavano magnifici festeggiamenti in suo onore nei primi giorni di maggio. La statua della dea era addobbata con ghirlande di fiori, allegre processioni con canti, balli e giochi si muovevano per le vie di Roma. Con la conquista di nuove terre, questa festa si è radicata in molte province europee, sebbene sia cambiata nel tempo sotto l’influenza delle tradizioni locali.
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