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Una metodologia per affrontare soggetti pericolosi
Nell’ambito psicologico delle forze di polizia si ritiene sia possibile identificare i “soggetti pericolosi” prima che essi compiano un’azione dannosa (o terroristica) e si possano prevedere le loro intenzioni osservandone movimenti ed espressioni del volto.
Nell’aspetto complessivo di una persona si possono individuare sottili indizi significativi, sia sul piano emozionale che nel comportamento adottato. Questi indizi possono diventare visibili a tutti dopo una formazione adeguata, mentre è molto difficile riuscire a sopprimerli in quanto sono eseguiti inconsciamente anche da soggetti molto abili nel mascheramento, nonostante l’esperienza e l’addestramento ricevuto.
Vari studi indicano che l’atto di commettere un delitto è associato a determinate emozioni. Nel corso di un reato, o nella sua preparazione, alcuni processi emotivi hanno alta probabilità di essere presenti negli “autori”, ad esempio le emozioni di eccitazione, ansia o rabbia (Katz, 1988, Cusson, 1993; Canter e Ioannou, 2004). Le risposte emotive del colpevole di un reato sono influenzate da diversi fattori, tra cui la sorveglianza, gli allarmi, e le conseguenze di tale atto. Pensando a questi fattori un “criminale” può diventare timoroso, o eccitato, e di conseguenza cambiare il proprio comportamento fisico e facciale.
Un altro fattore influente sul cambiamento dello stato emotivo è determinato dal possesso di un’arma. Hales, Lewis e Silverstone (2006) dimostrarono, in una ricerca condotta in Inghilterra, che i soggetti che trasportano un’arma da fuoco illegale tendono a variare i loro stati emotivi. Attraverso interviste individuarono le tipologie di risposte emotive durante il porto di un’arma da fuoco. I dati forniti indicarono che il trasporto di un’arma illegale è associato ad emozioni di sicurezza, empowerment e paura. La valutazione cognitiva di fattori come la presenza di sorveglianza e possibili sanzioni possono indurre il timore di essere scoperti. Il possesso di un’arma attiva una combinazione di emozioni come la paura di essere scoperti, il senso di onnipotenza, la sensazione di sicurezza derivante dall’idea che nessuno può aggredirci. Inoltre, in letteratura, è dimostrato che tali emozioni possono avere effetti non valutabili consapevolmente, ma avere evidenti forme motorio gestuali ed espressive. Le emozioni influiscono notevolmente sui mutamenti del linguaggio del corpo (Ekman e Friesen, 1967). Tale “comportamento non verbale” può essere più difficile da nascondere di un’arma e può tradire una persona che tenta di nascondere queste emozioni (Blechko, Darker, Gale, 2009).
Secondo Montepare, Goldstein, e Clausen (1987), de Meijer (1989), Wallbott (1998) e Hadjikhani e de Gelder (2003), il linguaggio del corpo (ad esempio, l’andatura o la modifica della postura) potrebbe riflettere rilevanti tendenze all’azione collegate a stati emotivi.
Osservando il comportamento non verbale si possono ottenere utili conoscenze relative alle intenzioni degli altri, e quindi prendere decisioni in merito alle azioni successive. Secondo Meier-Faust (2002) il linguaggio del corpo umano può essere diviso in due categorie: informazioni strutturali (ad esempio, i tratti del viso, corpo a costruire) e le informazioni cinetiche (ad esempio le espressioni facciali, gesti, movimenti del corpo, o la postura). Le informazioni strutturali possono dirci il tipo di emozione provato. Mentre i movimenti del corpo e la postura indicano l’intensità delle emozioni. Questa ipotesi si basa sulle ricerche di Argyle, Cook, Tomkins, Izard e soprattutto Ekman. Ekman e Friesen (1969) hanno studiato la relazione fra le espressioni facciali e le emozioni. Sopprimendo l’emozione provata, e raffigurando sul volto un’altra emozione falsa, appaiono le microespressioni di quella vera, completa, ad alta intensità, per un tempo compreso fra 1/5 e un 1/25 di secondo, oppure espressioni soffocale (solo una parte dell’emozione, o ancora espressioni sottili (espressione completa, ma di intensità molto bassa). Queste espressioni sfuggono al controllo cosciente, smascherano la menzogna.
Applicazioni nel campo della sicurezza
Ekman sovraintende, negli Stati Uniti, alla formazione del personale del Transportation Security Administration (TSA). Questo tipo di addestramento ha ricevuto l’attenzione da parte del settore della sicurezza a causa della minaccia del terrorismo. Un esempio di come queste tecniche sono state applicate al controllo dei passeggeri è il programma “Screening of Passengers by Observation Techniques (SPOT)[1]”, utilizzato nel settore del trasporto aereo. Si basa sul rilevamento di individui che mostrano un comportamento potenzialmente pericoloso. Piuttosto di cercare l’oggetto fonte di minaccia (un’arma nascosta), è più facile l’identificazione del comportamento non verbale di minaccia. Negli aeroporti degli Stati Uniti, e in alcuni della Gran Bretagna, vi sono delle squadre di sicurezza il cui compito è osservare i passeggeri mentre stanno entrando in aeroporto, al controllo bagagli o in fila ai controlli di sicurezza. Monitorano i segni di potenziale minaccia, come l’abbigliamento appropriato (ad esempio, un cappotto pesante in una giornata calda), così come i segni più sottili, come i gesti, le conversazioni e le espressioni facciali. Sono in grado di eseguire la scansione dei passeggeri per individuare le reazioni fisiche e psicologiche involontarie che possono indicare lo stress, la paura o l’inganno. Il personale deve riconoscere le emozioni nascoste che possono manifestarsi nel movimento del corpo, nell’andatura e nelle espressioni facciali. Il programma di controllo “Screening of Passengers by Observation Techniques (SPOT)” è stato applicato negli USA dal 2008. Sono stati impiegati 3.000 Behavior Detection Officers (BDO) in 161 aeroporti a livello nazionale. I BDO hanno una “baseline” del comportamento normale in aeroporto e cercano i comportamenti che vi si differenziano. Complessivamente sono state identificate attività illegali che hanno portato ad oltre 1.800 arresti nei sistemi di trasporto degli Stati Uniti.
Ekman ha inoltre formato gli operatori di varie agenzie federali come TSA, Customs and Border Protection, CIA, FBI, su come osservare le espressioni facciali di ansia, paura e inganno. I servizi segreti degli Stati Uniti che proteggono il presidente, utilizzano tecniche simili per individuare chi porta un’arma nascosta prima che possa utilizzarla (Remsberg, 2007).
Abbiamo visto che gli individui armati utilizzano modelli comportamentali ed emozionali simili, che li contraddistinguono dalle persone disarmate. Essere consapevoli dei segnali di minaccia, ed essere capaci di individuarli, permette di eliminare l’effetto della sorpresa in un intervento efficace che precede il verificarsi dell’evento dannoso.
Enzo Kermol
Bibliografia indicativa
Blechko, A., Darker, I.T., Gale, A.G., 2009. The Role of Emotion Recognition from Non-Verbal Behaviour in Detection of Concealed Firearm Carrying. Proceedings of the Human Factors and Ergonomics Society, 53rd Annual Meeting -2009, San Antonio, USA, pp. 1363-1367.
Canter, D.V., Ioannou, M. (2004). Criminals’ Emotional Experiences During Crimes. International Journal of Forensic Psychology, 1 (2), 71-81.
Cusson, M. (1993). Situational Deterrence: Fear During the Criminal Event. Crime prevention studies, 1, 55-68.
Ekman, P. (1965). Differential Communication of Affect by Head and Body Cues. Journal of Personality and Social Psychology, 2, 725-735.
Ekman, P. & Friesen, W.V. (1967). Head and Body in the Judgment of Emotion: A Reformulation. Perceptual and Motor Skills, 24, 711-724.
Ekman, P. & Friesen, W.V. (1969). Nonverbal Leakage and Clues to Deception. Psychiatry, 32, 88–105.
Ekman, P. & Friesen, W.V. (1974). Detecting Deception From the Body or Face. Journal of Personality and Social Psychology, 29, 288–298.
Hales, G., Lewis C., and Silverstone D. (2006). Gun Crime: the Market in and Use of Illegal Firearms. Home Office Research Study 298.
Hadjikhani, N. & de Gelder, B. (2003). Seeing Fearful Body Expressions Activates the Fusiform Cortex and Amygdala. Current Biology, 13, 2201-2205.
Katz, J. (1988). Seduction of Crime: Moral and Sensual Attractions in doing Evil. USA: Basic Books.
Meier-Faust, T. (2002). The Importance Non-verbal Communication in Diagnostic Assessment in the Traffic Psychological Exploration. Paper presented at BDP congress for traffic psychology 2002, University of Regensburg.
Meijer, M. de (1989). The Contribution of General Features of Body Movement to the Attribution of Emotions. Journal of Nonverbal Behaviour, 13 (4), 247-269.
Montepare, J. M., Goldstein, S.B. and Clausen, A. (1987). The Identification of Emotions from Gait Information. Journal of Nonverbal Behaviour, 11 (1), 33-43.
Remsberg, C. (2007). Officer Survival. Spotting Armed Suspects. The Police Marksman, July/Augustus, 16-19.
The Sunday Times (2006). ‘Spot’ teams to spy on passengers. Business front of alleged link man. Retrieved August 20, 2006.
Wallbott, H.G. (1998). Bodily Expression of Emotion. European Journal of Social Psychology, 28, 879-896.
[1] “Screening of Passengers by Observation Techniques (SPOT)” è il programma di formazione sviluppato da Ekman in collaborazione con Rafi Ron, responsabile della formazione degli operatori della sicurezza dell’Israeli Airport Authority. È stato introdotto dal Transportation Safety Authority (TSA) negli Stati Uniti e dalla British Aircrafts Authority (BAA) in Inghilterra. Il programma si propone di utilizzare tecniche di osservazione per individuare le persone che necessitano di un controllo supplementare sulla base di comportamenti insoliti, ansiosi o spaventati espressi da passeggeri ai punti di controllo.
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