In questo giorno del 1956 venne abolita la terza classe nelle ferrovie di quasi tutta l’Europa Occidentale
I viaggi di terza classe sulle ferrovie terminarono in Italia il 3 giugno 1956, quando fu ribattezzata dalle ferrovie britanniche “seconda classe”.
In molti paesi europei il sistema di classi era molto diffuso. E in nessun altro luogo la divisione tra benestanti e meno abbienti era più visibile che sulle ferrovie nel XIX e all’inizio del XX secolo. In generale, la classe superiore si sedeva nelle comodità della prima classe. Le classi medie svolgevano i loro affari in seconda, e per gli operai c’era una terza che originariamente era poco più di un vagone merci aperto. Già dalla seconda metà dell’Ottocento in molti paesi europei era stata approvata la legge sulla regolamentazione ferroviaria. Stabiliva che i passeggeri della terza classe dovessero essere riparati dalle intemperie e dotati di posti a sedere.
Nel corso dei successivi 100 anni, gli standard migliorarono considerevolmente e nel 1956 la terza classe sembrava decisamente antiquata. Una disposizione della UIC (Union International des Chemin de fer), tre anni prima a Napoli aveva deciso di sopprimere definitivamente la terza classe nel trasporto ferroviario di viaggiatori per tutta l’Europa Occidentale. Il provvedimento riguardava tutte le ferrovie del continente, ad eccezione della Spagna e del Portogallo. Così domenica 3 giugno l’Italia accorpò la terza classe alla seconda classe e da allora ad oggi sono rimaste solo la prima e la seconda classe.
Inizialmente il cambiamento era solo di nome. La terza classe divenne, in modo confuso, seconda classe, mentre la figura “tre” veniva dipinta sui lati delle carrozze quando venivano sottoposte a riparazioni. I prezzi si equipararono alla seconda aumentando, mentre gli arredi per molto tempo rimasero pressoché invariati.
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