Oltre i soliti auguri scriviamo due parole sul cosiddetto “Lunedì dell’Angelo”, notoriamente conosciuto come festa di “Pasquetta”
Il “lunedì dell’angelo”, noto anche come lunedì di Pasqua, è il giorno successivo alla Pasqua, festa nazionale italiana introdotta nel dopoguerra, semplicemente per allungare la festa. Il nome “Lunedì dell’Angelo” è legato ad un episodio evangelico. Da un punto di vista religioso, prende il nome dal fatto che nelle Scritture, questo era il giorno dopo la risurrezione di Cristo quando le donne si radunarono nella tomba vuota di Gesù, un angelo apparve per annunciare la sua risurrezione. Non è chiaro perché la tradizione abbia spostato questi eventi accaduti la mattina di Pasqua, al giorno successivo. L’equivoco è quindi probabilmente da attribuire a un’errata interpretazione della frase “il giorno dopo Pasqua” scritta nei vangeli. Quella che viene chiamata “Pasqua”, è in realtà la Pasqua ebraica, o Pèsach, che cadeva di sabato. Per questo i fatti narrati sarebbero giustamente collocati la mattina seguente, essendo domenica. La data della domenica di Pasqua è infatti calcolata su un calendario lunisolare basato sul calendario ebraico. Nella Bibbia, Cristo muore e risorge durante la festa ebraica della Pasqua. Molte delle tradizioni cristiane della Pasqua sono strettamente legate a quelle della Pèsach, incluso il consumo dell’agnello, che nella cultura ebraica simboleggia il sacrificio annuale di un agnello nel Tempio, e nel cristianesimo simboleggia il sacrificio di Cristo, l’Agnello di Dio. La festa, comunque, non ha carattere puramente religioso.
Nella maggior parte dei paesi europei, il nome della Pasqua deriva comunque dalla festa ebraica della Pèsach. Se in greco la festa si chiama “Pascha”, in italiano “Pasqua”, in danese è “Paaske” e in francese è “Paques”. Mentre nei paesi di lingua inglese, e in Germania, la Pasqua prende il nome da una dea pagana dell’Inghilterra anglosassone descritta in un libro dal monaco inglese dell’VIII secolo, il Venerabile Beda (672–735 d.C.). Secondo Beda nella sua opera ‘De temporum ratione’ (The Reckoning of Time), il nome Easter deriva quindi da questa dea primaverile anglosassone di nome Ēostre, che diede il nome al mese Ēosturmōnaþ, l’equivalente di aprile. Eostre era una dea della primavera o del rinnovamento ed è per questo che la sua festa è legata all’equinozio di primavera. Ad esempio, in Germania la festa si chiama “Ostern” e la dea si chiama Ostara. Nel XIX secolo, vari studiosi, tra cui Jacob Grimm (il fratello maggiore Grimm), tentarono di collegare l’Ēostre di Beda con le tradizioni pasquali germaniche intorno a lepri e uova, ipotizzando che le lepri dovessero essere sacre a Ēostre.
La verità è che non sappiamo come gli anglosassoni adorassero Ēostre, ma sembra probabile che, molte delle nostre tradizioni pasquali che coinvolgono uova e lepri o conigli, abbiano le loro origini nelle credenze precristiane attorno ai cicli della natura e della fertilità. D’altra parte, le persone un tempo mappavano tutta la loro vita secondo i modelli della natura. Tuttavia, è chiaro come la Pasqua sia iniziata in realtà come una festa pagana che celebrava la primavera nell’emisfero settentrionale, molto prima dell’avvento del cristianesimo. Fin dalla preistoria, le persone infatti celebravano gli equinozi e i solstizi come tempi sacri. L’equinozio di primavera è, non a caso, un giorno in cui la quantità di oscurità e la quantità di luce diurna sono esattamente identiche, per cui si può affermare che si sta uscendo dall’inverno perché la luce del giorno e l’oscurità sono tornate in equilibrio.
Dopo l’avvento del cristianesimo, il periodo pasquale è stato associato alla risurrezione di Cristo. Nei primi due secoli dopo la vita di Gesù, i giorni di festa nella nuova chiesa cristiana erano legati alle antiche feste pagane, poi via via le feste primaverili, con il tema della nuova vita e del sollievo dal freddo dell’inverno, si collegarono esplicitamente a Gesù che aveva vinto la morte risorto dopo la crocifissione. E, alla fine, il cristianesimo giunse a un accordo con la festa pagana di primavera.
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