In prossimità dell’equinozio primaverile rammentiamo il grande musicista Antonio Vivaldi
Antonio Vivaldi, prete italiano, compositore e violinista virtuoso. Soprannominato “Il Prete Rosso” per i suoi capelli rossi. Vivaldi nasce a Venezia, suo padre lavora come barbiere, ma è anch’egli musicista eccellente. A Antonio vengono insegnati i fondamenti del suonare il violino da suo padre e riceve le sue prime lezioni di composizione da Giovanni Legrenzi. È ordinato sacerdote, ma fin dall’infanzia soffre di un restringimento congenito della laringe, che in seguito si trasforma in grave asma, malattia che gli impedisce di esercitare come prete.
Nel 1703 diviene maestro del violino in un orfanotrofio, “Pio Ospedale Della Pietà” a Venezia dove delle giovani svolgono le faccende domestiche e contemporaneamente acquisiscono un’educazione musicale. I più talentuosi divengono membri del coro e dell’orchestra dell’Ospedale.
L’ascesa
Vivaldi scrive molti concerti, cantate e musica sacra proprio per violino. Pubblica diverse raccolte delle sue canzoni, compone una serie di opere e molta musica strumentale e vocale. Dopo il successo dei concerti per violino, Vivaldi diviene un musicista ricercato in Europa. Nonostante i suoi frequenti viaggi, rimane fedele al contratto con l’orfanotrofio, che prevede due nuovi concerti al mese. Dal 1723 al 1729 scrive 140 concerti.
Nel diciottesimo secolo, l’opera a Venezia è la forma di intrattenimento più popolare e non c’è da meravigliarsi che, essendo veneziano, Vivaldi sia un personaggio molto rappresentativo nella città. La popolarità delle sue opere aumenta rapidamente.
Dal 1718, Vivaldi vive a Mantova, per tre anni, e compone opere per la Corte. Dopo una breve sosta a Milano, viene invitato a Roma da Papa Benedetto XIII, dove si esibisce in diverse opere e concerti. Nel 1725, torna a Venezia, dove in un solo anno introduce quattro nuove opere. In questo periodo, compone la sua opera forse più popolare “Le quattro stagioni”, quattro concerti per violino raffiguranti le stagioni in natura. Al suo apice, Vivaldi riceve ordini da corti aristocratiche e reali in tutta Europa.
Il declino
Tuttavia, dopo il 1730, la sua fama comincia a svanire, perché il suo stile è oramai considerato obsoleto. Come la maggior parte dei compositori dell’epoca alla fine della sua vita, Vivaldi si trova in difficoltà finanziarie. Si reca a Vienna, dove spera di ottenere un maggiore riconoscimento, ma il suo più grande sostenitore l’imperatore Carlo VI presto muore. Questa disgrazia lascia il compositore senza un tutore e senza finanziamenti. Vende i suoi manoscritti e muore nel 1741. Per quasi 200 anni la musica di Vivaldi viene dimenticata, fino al 20 ° secolo quando viene riscoperta. La musica di Vivaldi irradia piacere e gioia di vivere. Qui sta la popolarità della sua musica al giorno d’oggi.
In cover: ritratto di Antonio Vivaldi.
Fonte: www.concertoclassics.it
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