Anche la vita è un istante soltanto,
solo un dissolversi di noi stessi negli altri come in dono.
Boris Pasternak
Boris Pasternak vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1958, poco dopo la pubblicazione del suo romanzo “Il dottor Zivago” (1957). Il libro, ambientato durante la rivoluzione del 1905, fu proibito in Russia e Pasternak fu costretto a rifiutare il premio Nobel. Tuttavia, il romanzo fu pubblicato in Occidente e in seguito trasformato in un importante film diretto da David Lean con Omar Sharif e Julie Christie
Prima di questo, Pasternak era principalmente un poeta. Pubblicò il suo primo volume nel 1914 e si fece un nome con la sua opera del 1922 “Sestra moya—zhizn” (1922; “Mia sorella—Vita”), composta durante la Rivoluzione russa. Pasternak divenne anche un apprezzato traduttore di poeti georgiani, delle opere di Shakespeare e del Faust di Goethe.
Boris Leonidovich Pasternak, poeta, scrittore di prosa e traduttore. Boris Pasternak cresce in una famiglia di Mosca molto colta. Sua madre Rozaliia (nata Kaufman) è una pianista; suo padre, Leonid Osipovich, è un importante artista e professore d’arte. Da bambino, Pasternak studia prima arte e poi musica (Alexander Scriabin lo considera un compositore di talento); continua a studiare filosofia a Mosca e Marburgo.
Scegliendo la poesia, Pasternak subisce una lunga e complessa evoluzione. I suoi primi versi, come la raccolta “Bliznets v tuchakh (Un gemello tra le nuvole temporalesche; 1914), sono vicini allo stile futurista. Il giovane Pasternak cade sotto l’influenza di Majakovskij ed è persino membro del Levyi Front Iskusstv (Fronte sinistro delle arti; LEF). A partire dalla raccolta “Sestra moia zhizn” (La mia vita da sorella; 1922), che alcuni critici considerano il suo capolavoro, mai superato, Pasternak trova la sua voce. In genere combina un’intensità emotiva con immagini audaci, un sistema altamente complesso di metafore ed una straordinaria tecnica poetica. Le sue caratteristiche, tipiche della poesia modernista europea, si riflettono anche nella sua prima prosa (“Okhrannaia gramota”, Passaggio sicuro; 1931]). Schierandosi con la rivoluzione, Pasternak lo utilizza come materiale per le lunghe poesie “Deviat’sot piatyi god” (L’anno 1905; scritto nel 1926) e “Leitenant Shmidt” (1927).
Le purghe staliniste rompono la fedeltà di Pasternak al regime sovietico. A partire dalla seconda metà degli anni ’30, tace. Escluso dalla vita letteraria ufficiale, inizia a tradurre: prima la poesia della Georgia sovietica, poi i classici europei. Pasternak pubblica, ad esempio, illustri traduzioni russe del Faust di Goethe e delle principali opere teatrali di Shakespeare. Nel 1940, in seguito a una crisi interiore, Pasternak rifiuta la sua prima poesia, che definisce “di maniera”, e inizia a scrivere in un modo nuovo, cadendo “come in un’eresia, in una semplicità inaudita” (dalla poesia “Zdes’ budet vse perezhitoe”, in Vtoroe Rozhenie [La seconda nascita; 1934]). Le sue raccolte “Na rannikh poezdakh” (Sui primi treni; 1943), “Zemnoi prostor” (La distesa terrestre; 1945) e “Kogda razguliaetsia” (Quando il tempo si schiarisce; 1956-1959) incarnano i versi lucidi e profondi di questo periodo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Pasternak lavora intensamente a “Doktor Zhivago”, in cui fa rivivere in parte la tradizione ottocentesca del romanzo sociopsicologico russo. Questo libro sui tragici destini dell’intellighenzia russa viene proibito in URSS. Pubblicato per la prima volta in Italia nel 1957, diviene rapidamente un bestseller internazionale. Nel 1958, Pasternak riceve il premio Nobel, a cui le autorità sovietiche lo costringono a rinunciare. Espulso dall’Unione degli scrittori e sottoposto a critiche ufficiali abusive, Pasternak muore nel 1960 a Peredelkino, l’insediamento di scrittori fuori Mosca dove aveva trascorso la maggior parte della sua vita. Il suo funerale, a cui partecipano molte migliaia di persone, si trasforma in una dimostrazione d’amore per il poeta scomparso.
Pasternak nutriva sentimenti complessi sulle sue origini ebraiche. Crebbe in una famiglia assimilata. Suo padre, tuttavia, iniziò a partecipare attivamente alla vita ebraica anche prima della sua emigrazione dalla Russia in Germania e Inghilterra. Pasternak stesso era attratto principalmente dall’immaginario cristiano e dai temi del Vangelo, ma sia gli ebrei che l’ebraismo sono affrontati in “Doktor Zhivago”. La complessità degli atteggiamenti di Pasternak verso l’ebraismo si riflette anche nella sua corrispondenza con la cugina Ol’ga Freidenberg.
In cover: Boris Pasternak. L’immagine è stata adattata, l’originale si trova qui
0 comments on “Ricordiamo il romanziere e poeta russo, Boris Pasternak, figura iconica della letteratura del XX sec e autore del noto romanzo “Il Dottor Zivago”” Add yours →