"Libertà e giustizia per tutti sono infinitamente più desiderabili dei piedistalli per pochi." Honoré Daumier Ricordiamo uno degli Incisori più prolifici del XIX secolo, il Caricaturista, Scultore e Pittore francese, Honoré DAUMIER

Ricordiamo uno degli Incisori più prolifici del XIX secolo, il Caricaturista, Scultore e Pittore francese, Honoré DAUMIER

Il suo stile è stato evidenziato e riconosciuto principalmente per il ritratto dei costumi incorniciato nella critica sociale, in cui i volti avevano molta espressività. Nel 1828 apprende la tecnica della litografia…
 

Libertà e giustizia per tutti sono infinitamente più desiderabili dei piedistalli per pochi.
Honoré Daumier

Honoré Daumier fu un importante caricaturista, pittore, illustratore, incisore, disegnatore e scultore francese. Il suo stile è stato evidenziato e riconosciuto principalmente per il ritratto dei costumi incorniciato nella critica sociale, in cui i volti avevano molta espressività.

Honoré Daumier nasce a Marsiglia, in Francia, il 26 febbraio 1808. Cresce nel seno di una famiglia sostenuta da suo padre, Jean-Baptiste Daumier, un vetraio ambulante che ama la poesia e comporre i propri versi. Nel 1814, quando Honoré ha appena sette anni, i Daumier si trasferiscono a Parigi. Le ragioni di questo viaggio hanno a che fare con l’attenzione che richiamano le poesie pubblicate dal padre e con il suo nuovo incarico di copista in un tribunale. Purtroppo Jean-Baptiste Daumier perde la sua posizione e i suoi scritti non hanno molto impatto. Fatto che porta Honoré a lavorare nonostante fosse ragazzino, svolgendo diversi lavori come custode di un tribunale, apprendista in una libreria e fattorino, per guadagnarsi da vivere, mentre nel tempo libero si dedica ad imparare la pittura e il disegno.

Al Museo del Louvre, Honoré si interessa ai dipinti di Rubens, Rembrandt, Fragonard e soprattutto Goya. I suoi inizi nell’arte arrivano con xilografie e illustrazioni pubblicitarie. Nel 1828 apprende la tecnica della litografia e inizia i primi lavori per piccoli editori. Dal 1830, la litografia svolge un ruolo importante nello sviluppo della caricatura, che ha potenziato la satira nei media. Nello stesso anno, Honoré viene assunto dalla rivista “La caricature”, dove diventerà famoso per i suoi disegni carichi di critica sociale. Una delle sue creazioni, che lo porterà ad essere imprigionato nel 1832, è un disegno del re Luigi Filippo I d’Orleans nei panni di Gargantua, un gigantesco ghiottone dell’opera di François Rabelais.

Nel 1834 viene decretata la proibizione di ogni manifestazione di sindacalismo, e per il 1835 viene istituita la censura in Francia. Daumier evita in questi anni di realizzare vignette di critica diretta, optando per dedicarsi a ridicolizzare i costumi e le norme sociali dell’epoca. Dopo la Rivoluzione Francese del 1848, le leggi di repressione e censura vengono abolite, lasciando nuovamente libera la satira. Tuttavia, in questo periodo Honoré concentra maggiormente la sua attenzione sulla pittura, adottando uno stile molto influenzato da quelle opere che vede da bambino al museo del Louvre. Tra il 1841 e il 1843, la rivista “Le Charivari” pubblica una serie di 50 litografie di Honoré Daumier sotto il titolo di “Histoire Ancienne”. Le immagini del libro attualizzano temi classici come il confronto tra tradizione e modernità, oltre a descrivere i personaggi dell’epoca attraverso connotazioni oscene e provocazioni politiche. Quando Honoré perde la vista, abbandona la litografia per dedicarsi maggiormente alla pittura, eseguendo un tratto diretto e leggermente ritoccato.

Ad un certo punto, tra gli anni dal 1858 al 1860, viene licenziato dalla rivista “Le Charivari”, perché a quel tempo il direttore di questa considerava i suoi disegni molto sovversivi. Quando il direttore muore nel 1863, viene reintegrato nella rivista, per la quale pubblica la sua ultima caricatura nel 1872. La fama di caricaturista eclissa i suoi dipinti, che sono molto poco conosciuti al pubblico, nonostante siano esposti nelle gallerie d’arte. Charles Baudelaire sarà uno dei pochi a notare il talento posseduto da Honoré Daumier, affermando che c’erano solo due persone alla pari di Delacroix: uno di loro era Ingres, l’altro Daumier, catalogandolo come uno degli uomini più importanti per arte moderna.

Il suo stile per questo momento è già maturo: utilizza sculture, busti in gesso o bronzo da utilizzare come modelli; plasma magistralmente il patetico con masse scure accompagnate da un contrasto tra colori freddi e caldi, oltre alla buona gestione del chiaroscuro. Caratteristiche che influenzeranno lo sviluppo dell’espressionismo nell’arte. Tra i suoi dipinti più rappresentativi ricordiamo: “Il mugnaio, suo figlio e l’asino” (1849), “La lavandaia” (1863), “Don Chisciotte e Sancio Panza” (1868), “Il pittore davanti a Notre Dame” (1834), “Giocatori di scacchi” (1863), “Il carro di terza classe” (1864) e “Il malato immaginario” (1879).

Intorno al 1865, Honoré Daumier soffre di difficoltà finanziarie, fatto che non passa inosservato ai suoi amici Geoffroy Dechaume e Camille Corot, che lo convincono ad accettare una casa a Valmondois che Corot aveva recentemente acquistato in dono. Il gesto riesce a regalare a Honoré qualche anno di riposo e tranquillità. Il 10 febbraio 1879 Honoré muore a Valmondois e un anno dopo i suoi resti vengono riesumati per essere trasferiti al cimitero di Père-Lachaise, dove verrà sepolto accanto al suo amico Corot.

In cover: Honoré Daumier.
L’immagine è stata adattata, l’originale si trova qui

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