Certamente, ogni affermazione in una scienza dovrebbe essere concepibilmente suscettibile di essere messa in discussione e di essere dimostrata empiricamente ingiustificata;
perché solo così la scienza può essere salvata dal dogmatismo.
Stephen Toulmin
Stephen Toulmin fu un importante filosofo morale che sviluppò un nuovo approccio all’analisi degli argomenti noto come “modello di argomentazione di Toulmin”.
Il modello di analisi delle argomentazioni del filosofo britannico ha avuto un’influenza duratura su campi diversi come il diritto, l’informatica e la teoria delle comunicazioni.
Stephen Edelston Toulmin nasce il 25 marzo 1922 a Londra. Toulmin, discepolo di Ludwig Wittgenstein, consegue la laurea in matematica e fisica e nel corso della sua lunga carriera filosofica mostra una marcata inclinazione a radicare le sue idee in situazioni del mondo reale. Dopo essersi laureato al King’s College di Cambridge nel 1942, lavora come ufficiale scientifico presso il Ministero della produzione aeronautica, assegnato al centro di ricerca radar di Malvern in Gran Bretagna e successivamente al quartier generale degli Alleati in Germania. Ritorna a Cambridge dopo la guerra e studia filosofia con Wittgenstein e John Wisdom, conseguendo il dottorato in scienze morali nel 1948. Insegna poi a Oxford ed all’Università di Leeds e nel 1960 diviene direttore dell’unità di storia delle idee della Nuffield foundation di Londra (1960-65). L’interesse di Toulmin per la storia delle idee, in particolare per le idee scientifiche, lo porta a scrivere diversi libri, in particolare “The Philosophy of Science: An Introduction” (1953) ed una serie che scrive con la sua seconda moglie, June Goodfield: “La stoffa dei cieli” (1961), “L’architettura della materia” (1962) e “La scoperta del tempo” (1965). La sua opera più importante in questo senso è “Foresight and Understanding: An Inquiry Into the Aims of Science” (1961), un libro spesso menzionato insieme a “Structure of Scientific Revolutions” di Thomas Kuhn. Questo libro esamina questo argomento in modo più ampio in “La comprensione umana: l’uso collettivo e l’evoluzione dei concetti” (1972), applicando un modello darwiniano, piuttosto che il modello rivoluzionario di Kuhn dei cambiamenti di paradigma, per spiegare i cambiamenti nel modo in cui la mente umana forma rappresentazioni del mondo.
Toulmin si trasferisce negli Stati Uniti nel 1965. Dopo aver insegnato alla Brandeis, alla Michigan State University, all’Università di Chicago e alla Northwestern University, nel 1993 accetta una cattedra presso il Center for Multiethnic and Transnational Studies della University of Southern California. Negli Stati Uniti pubblica alcune delle sue opere più avventurose e speculative. In ”La Vienna di Wittgenstein” (1973), scritto con Allan Janik, esamina le idee e le correnti culturali che avevano plasmato il pensiero di Wittgenstein. “Cosmopolis: The Hidden Agenda of Modernity” (1989) esaminato 400 anni di lotta tra sistematizzatori intellettuali come Cartesio, alla ricerca di certezza e ordine, ed umanisti a ruota libera come Montaigne, a proprio agio con la diversità e il cambiamento.
Stephen Toulmin muore il 4 dicembre 2009 a Los Angeles, California.
Sebbene scrisse su argomenti disparati come la storia della scienza, le relazioni internazionali, l’etica medica e la Vienna di Wittgenstein, era meglio conosciuto per “The Uses of Argument”, pubblicato nel 1958. In esso criticava la logica formale come una logica eccessivamente astratta, rappresentazione inadeguata di come effettivamente argomentano gli esseri umani. Ha anche contestato le sue pretese di universalità, così come la sua fede nella verità assoluta e nella certezza morale. Le idee provocatorie di Toulmin incontrarono spesso resistenza all’inizio, soprattutto in Gran Bretagna, ed il suo lavoro sull’argomentazione non fece eccezione. Propose, invece del sillogismo in tre parti della logica formale, un modello di argomentazione persuasiva costituito da sei componenti. Alcuni, sosteneva, si applicano universalmente, ma altri no. Le argomentazioni, in altre parole, non si svolgono nell’etere platonico, ma in contesti particolari.
Il modello di Toulmin si è rivelato molto utile per analizzare i punti di forza e di debolezza delle argomentazioni. È comunemente usato nei manuali di dibattito, ad esempio, ma le sue applicazioni si sono estese all’interpretazione retorica di testi letterari, all’informatica e all’intelligenza artificiale.
In cover: Stephen Toulmin.
L’immagine è stata adattata, l’originale si trova qui
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