La trattazione precedente ha avuto una funzione propedeutica per addentrarci in profondità nella teoria delle Idee e nelle difficoltà…
Il problema del terzo uomo: regressus in infinitum e il paradosso della ragione (quarta parte)
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La trattazione precedente ha avuto una funzione propedeutica per addentrarci in profondità nella teoria delle Idee e nelle difficoltà che ad essa sono connesse al fine di avere una visione ad ampio raggio e ragionare con più chiarezza intorno al problema del “terzo uomo” partendo dal testo attraverso cui Platone, per la prima volta, lo introduce per mezzo delle parole di Parmenide.«Quando ti sembra che molte cose siano grandi, considerandole tutte ti sembra forse che ci sia un’unica idea, la stessa, e per questo reputi che il grande sia uno […] Quanto al grande in sé e alle altre cose grandi, se le consideri con l’anima tutte allo stesso modo, non si profilerà ancora un’unica cosa grande in virtù della quale tutte queste cose appaiono grandi? […] Farà allora la sua comparsa un’altra forma di grandezza, generatosi accanto alla grandezza in sé e alle cose che di essa partecipano. E al di sopra di tutte queste, un’altra, in virtù della quale tutte saranno grandi. Così per ciascuna delle forme non sarà più una, bensì una illimitata pluralità» [Parm 132a1-b2].La sequenza logica è di questo tipo
- siano a, b, c il cui predicato è p (sono grandi)
- Esiste una Forma P (la Grandezza) in virtù della quale p è p
- Dall’insieme formato da (p + P) ne consegue P1 in virtù del quale (p + P) possa dirsi p
- Allo stesso modo da [P1 + (P+p)] → P2
- Da {P2 + [P1 + (P+p)]} → P3
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