THE HALO EFFECT
(decima ed ultima parte).
Quando l’effetto alone agisce in un colloquio di lavoro, nella valutazione delle prestazioni e nel parlare in pubblico
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Abbiamo oramai chiaro come l’effetto alone possa essere influenzato da vari fattori tra cui l’attrattiva fisica, la reputazione, lo status sociale, la prima impressione o singole qualità eccezionali. Una volta stabilito, l’effetto Alone allora influenza il modo in cui percepiamo e interpretiamo le informazioni successive sull’entità, portando spesso a giudizi e attribuzioni distorte.
Cerchiamo ora di capire come agisce nella valutazione di un candidato per un posto di lavoro e nella valutazione delle prestazioni di una persona sia essa un lavoratore, sia essa un oratore che tiene un discorso in pubblico.
Colloquio di lavoro
Come accennato in precedenza, la ricerca ha dimostrato come l’attrattiva fisica possa anche influenzare le decisioni di assunzione e il modo in cui vengono valutati i candidati. I candidati che sono percepiti come fisicamente attraenti possono trarre vantaggio dall’effetto alone, poiché gli intervistatori possono inconsciamente attribuire loro qualità positive, come essere più competenti, affidabili o socialmente abili.
Durante le fasi iniziali del processo di assunzione, i candidati spesso fanno sempre una prima impressione all’intervistatore. Se un candidato si presenta bene, è fiducioso o possiede credenziali impressionanti, l’effetto alone può entrare in gioco. L’intervistatore può percepire il candidato in modo più favorevole e attribuirgli qualità positive, come competenza, intelligenza o professionalità, basandosi solo su quell’impressione iniziale.
I candidati che provengono da percorsi formativi prestigiosi, precedenti datori di lavoro o aziende prestigiose, possono beneficiare dell’effetto alone. I datori di lavoro possono presumere che i candidati provenienti da istituzioni o aziende rinomate possiedano competenze o conoscenze superiori, anche senza valutare attentamente le loro qualifiche o l’idoneità al ruolo specifico.
Gli intervistatori possono anche essere influenzati dall’effetto alone quando percepiscono somiglianze tra loro e il candidato (bias di somiglianza). Background, interessi o esperienze condivisi possono creare un pregiudizio positivo, portando l’intervistatore a presumere che il candidato sia adatto e possieda altre qualità favorevoli oltre a quanto è stato valutato oggettivamente.
Valutazione delle prestazioni
L’effetto alone può influenzare in modo significativo la valutazione delle prestazioni, portando potenzialmente a valutazioni distorte. Ad esempio, se un dipendente possiede una singola qualità eccezionale o dimostra prestazioni eccezionali in un’area, l’effetto alone può far sì che il valutatore estenda questa percezione positiva ad altri aspetti della loro prestazione. Ciò può comportare una valutazione complessivamente gonfiata in cui i punti di forza del dipendente mettono in ombra i suoi punti deboli o le aree che necessitano di miglioramento.
Se il valutatore ha una simpatia personale o una relazione positiva con un dipendente, l’effetto alone può entrare in gioco. I sentimenti positivi verso il dipendente possono influenzare il giudizio del perito, portandolo ad una valutazione più favorevole. Al contrario, se il valutatore ha un pregiudizio negativo nei confronti di un dipendente, ciò può portare a un effetto alone negativo (il c.d “effetto corno”) in cui la prestazione complessiva del dipendente viene ingiustamente minimizzata sulla base di una singola caratteristica negativa.
Ma ed ecco un’altra situazione in cui l’attrattiva fisica può innescare l’effetto alone (bias dell’attrattiva fisica): se un dipendente è percepito come fisicamente attraente, può portare a un effetto alone positivo in cui la sua prestazione complessiva viene valutata più alta anche se non esiste una correlazione diretta tra aspetto e prestazione lavorativa.
Parlare in pubblico
Dal momento che, l’effetto alone può influenzare il modo in cui percepiamo e interpretiamo informazioni, individui e messaggi, esso può svolgere un ruolo nella costruzione di fiducia e rapporto nella comunicazione interpersonale. Se qualcuno viene percepito positivamente sulla base di una singola caratteristica o impressione iniziale, ciò può modellare la percezione complessiva della sua affidabilità e credibilità. Ciò può influenzare il modo in cui gli individui sono aperti e ricettivi alla loro comunicazione e il livello di rapporto stabilito.
L’effetto alone può avere un impatto sulla persuasione sfruttando attributi o associazioni positive. Ad esempio, se un oratore è carismatico o simpatico, o ha una reputazione positiva, le sue capacità persuasive potrebbero essere migliorate. Le persone possono essere più ricettive al loro messaggio, più disposte a lasciarsi influenzare o più propense ad essere d’accordo con le loro argomentazioni semplicemente a causa della percezione positiva associata a chi parla.
Immagine di copertina: AI di Freepilk
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