THE HALO EFFECT
(sesta parte).
Quando l’effetto alone funziona al contrario: l’Effetto Corno
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Come abbiamo potuto intuire dai precedenti articoli, la “Teoria dell’Effetto Alone”, inizialmente descritta da Edward Thorndike (1920), può essere compresa nel quadro della Psicologia Cognitiva. Nello specifico, l’effetto alone è spesso assimilabile ad un bias cognitivo noto come “bias di generalizzazione”. Questo pregiudizio si verifica quando la nostra impressione o valutazione iniziale di una persona, oggetto o evento influenza i nostri successivi giudizi e percezioni di quell’entità.
Secondo la “Teoria dell’Effetto Alone”, quando ci vengono presentate informazioni su qualcuno o qualcosa, ci formiamo un’impressione generale basata su tali informazioni. Questa impressione generale agisce, quindi, come un “alone”, colorando la nostra percezione di tratti o attributi specifici associati all’entità.
L’”alone” è, quindi, un tipo di pregiudizio cognitivo in cui facciamo supposizioni su qualcuno o qualcosa in base ad una caratteristica. In altre parole, se crediamo che qualcuno possieda un tratto favorevole, tendiamo a presumere che possieda anche altre qualità positive, anche se abbiamo prove limitate o nessuna a sostegno di tali ipotesi (Forgas & Laham, 2016).
Ad esempio, immagina di incontrare qualcuno che è fisicamente attraente. L’effetto alone potrebbe portarti a credere che questa persona sia anche intelligente, gentile e degna di fiducia, semplicemente perché possiede un aspetto fisico piacevole. Tuttavia, questa percezione potrebbe non essere accurata o giustificata, poiché l’attrattiva fisica non è necessariamente correlata ad altre qualità non associabili.
Sappiamo che l’effetto alone può avere un impatto su vari aspetti della vita, tra cui le decisioni di assunzione, la valutazione delle prestazioni, il consumo e le relazioni personali. È importante essere consapevoli di questo pregiudizio e fare uno sforzo per valutare le persone, le cose o le situazioni sulla base di molteplici fattori anziché basarsi esclusivamente su una singola caratteristica positiva o negativa.
Oltre alla necessità di mantenere la consapevolezza dell’effetto alone, dovremmo anche prestare attenzione a quando il bias funziona al contrario: un processo psicologico chiamato “Effetto Corno”. Questo pregiudizio cognitivo fa sì che la nostra impressione negativa di qualcuno o qualcosa in un’area cambi la nostra impressione di loro in altre aree. Ad esempio, se a qualcuno non piace l’aspetto di un prodotto, potrebbe non acquistarlo nonostante il potenziale vantaggio che potrebbe apportargli.
L’effetto alone inverso si riferisce, pertanto, al fenomeno per cui le percezioni negative di una persona possono anche produrre conseguenze negative (Edward, 2004), vale a dire, un’impressione generale negativa di una persona influenza la percezione dei suoi tratti o abilità specifici. È l’opposto dell’effetto alone, dove un’impressione positiva porta a percezioni positive.
Nell’effetto alone inverso, i tratti negativi o i difetti di un individuo possono oscurare le sue qualità positive, portando a giudizi e valutazioni distorti. Ad esempio, l’”Effetto corno” può indurci a giudicare qualcuno che è fisicamente in sovrappeso come anche pigro, sebbene non abbiamo prove che indichino che la moralità sia legata all’apparenza.
Lo confermò un esperimento condotto da Joseph Forgas (2007) su 246 individui. Dopo aver ricordato eventi passati felici o tristi, i partecipanti dovevano leggere un saggio filosofico con l’immagine allegata di una giovane donna o di un vecchio maschio riconducibile allo scrittore del testo. I risultati mostrarono che coloro che avevano ricordato eventi tristi ed erano, quindi, in uno stato d’animo negativo, avevano ottenuto un punteggio inferiore per la giovane donna. Sembrava che un effetto negativo avesse eliminato o invertito l’effetto alone.
Alcune ricerche hanno mostrato come sia le donne che gli uomini più attraenti vengano percepiti come più vanitosi ed egoisti (Eagly, Ashmore, Makhijani & Longo, 1991). Inoltre, pare che gli individui che commettono crimini, presumibilmente sfruttando la loro bellezza a proprio vantaggio, abbiano maggiori probabilità di ricevere sanzioni più severe rispetto ai criminali poco attraenti (Sigall & Ostrove, 1975).
Va ricordato che, se l’”Effetto Corna” si riferisce all’attribuire caratteristiche negative a qualcuno o qualcosa sulla base di una singola qualità o azione negativa (Forgas & Laham, 2016), è stato anche definito “effetto diavolo”.
Immagine di copertina: Modello base di Midjourney 6
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