Durante gran parte della sua carriera, Tintoretto cerca di combinare lo stile di disegno di Michelangelo con l'uso del colore di Tiziano mentre sviluppa la sua impronta stilistica.

Tintoretto, “l’enfant terrible” e uno dei maggiori artisti italiani del Rinascimento

Rimase a Venezia per tutta la sua…
 

Ricordiamo Tintoretto, “l’enfant terrible” del Rinascimento italiano: uno dei maggiori artisti italiani del Rinascimento.

Tintoretto è noto come uno dei maestri della pittura veneziana del XVI secolo dallo stile drammatico e innovativo, la sua opera comprende molte scene religiose commissionate per chiese e edifici civili, nonché scene mitologiche e ritratti dell’élite di Venezia. Alcune delle opere più note del Tintoretto sono “L’ultima cena” del 1594, “San Marco che salva lo schiavo”, “Susanna e gli anziani” e i suoi cicli per la Scuola Grande di San Rocco e il Palazzo Ducale. La sua carriera di artista professionista è durata più di sessant’anni, dal 1530 fino alla sua morte nel 1594.

Dipingere per la vita a Venezia

Jacopo Robusti, detto Tintoretto, nasce a Venezia il 29 aprile 1518. Suo padre, Giovanni Battista Robusti, è un tintore di stoffa, da cui il suo soprannome Tintoretto, che significa “piccolo tintore”. Secondo alcuni resoconti postumi, Tintoretto risulta facesse l’apprendista con il maestro pittore Tiziano. Anche se potrebbe essersi impratichito nel laboratorio di un artista meno conosciuto. Poco si sa della vita giovanile del Tintoretto. Ma, nonostante la mancanza di informazioni sull’infanzia e l’educazione di Tintoretto, è chiaro che il giovane artista è a conoscenza del lavoro dei più importanti pittori veneziani, così come di altri maestri italiani. Durante gran parte della sua carriera, Jacopo cerca di combinare lo stile di disegno di Michelangelo con l’uso del colore di Tiziano mentre sviluppa la sua impronta stilistica. Tintoretto lavora come artista professionista indipendente nel 1539. Rimane a Venezia per tutta la sua carriera, diventando uno dei pittori più famosi della città del 16° secolo. La maggior parte del suo lavoro è la pittura ad olio, e riceve molte commissioni per le pale d’altare delle chiese, dipinti su larga scala per edifici civili e ritratti di nobili e uomini di stato veneziani. Un dipinto che contribuisce a rendere famoso Tintoretto è “San Marco Salvando lo Schiavo” (noto anche come “Il miracolo dello schiavo”), che l’artista dipinge nel 1548, all’età di 30 anni. Una volta diventato famoso in tutta Venezia, Tintoretto crea dozzine di grandi dipinti di soggetti religiosi, tra cui “Il miracolo dei pani e dei pesci” (1545-50) e “Susanna e gli anziani” (1555-1556). Per tutto il 1550, lavora su un ciclo di scene bibliche per la chiesa di Madonna dell’Orto, tra cui “Adorazione del vitello d’oro“.

Lo stile

Jacopo Robusti utilizza pennellate sciolte e colori intensi e brillanti (specialmente rossi, ori e verdi) nei suoi dipinti, che sono caratteristici per la loro teatralità. Le sue figure sono solitamente mostrate in movimento e le sue composizioni si avvalgono di forze opposte in uno spazio pittorico profondo. Per progettare le sue complesse scene di molte figure, Tintoretto si prepara facendo piccoli stadi di modello, che allestisce con piccole figure di cera o di argilla per tracciare le sue disposizioni e osservare gli effetti di luci e ombre. Il Tintoretto è spesso associato al Manierismo, uno stile artistico del tardo Rinascimento che si avvale di soggetti fortemente drammatici e raffigura figure umane in proporzioni e pose esagerate. Tintoretto è particolarmente produttivo durante gli ultimi due decenni della sua vita. I suoi dipinti divengono più oscuri e misteriosi: ad esempio, nel suo capolavoro L’Ultima Cena per la chiesa di San Giorgio Maggiore (1594), Cristo e gli apostoli si riuniscono attorno a un tavolo che si ritira in uno spazio interno profondo e oscuro. Le altre importanti commissioni di Tintoretto a partire dalla metà degli anni ’70 in poi includono un ciclo di dipinti religiosi per l’edificio della Confraternita della Scuola Grande di San Rocco, sul quale lavora dal 1575 al 1588, comprendente scene e episodi dell’Antico Testamento della vita di Cristo, e, non ultima, una grande “crocifissione”. Esegue anche una sequenza di dipinti mitologici per la ridecorazione del Palazzo Ducale.

Lui e sua moglie, Faustina Episcopi, hanno otto figli di cui tre formati col padre e portando avanti la sua eredità artistica. Tintoretto muore a Venezia il 31 maggio 1594.

In cover: Tintoretto, Autoritratto.
Fonte dell’immagine originale: www.newyorker.com

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